Determinazione INPS 7 giugno 2017, n. 96 – Piano della vigilanza Ispettiva 2017 Determina di adottare il Piano della Vigilanza Ispettiva 2017 che, allegato alla presente determinazione, costituisce parte integrante della stessa.

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ritenendo di fare cosa gradita nei confronti degli associati e non, lo Staff ILA segnala la Determinazione INPS 7 giugno 2017, n. 96 – Piano della vigilanza Ispettiva 2017 Determina di adottare il Piano della Vigilanza Ispettiva 2017 che, allegato alla presente determinazione, costituisce parte integrante della stessa.<

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Determinazione INPS 7 giugno 2017, n. 96 – Piano della vigilanza Ispettiva 2017 Determina di adottare il Piano della Vigilanza Ispettiva 2017 che, allegato alla presente determinazione, costituisce parte integrante della stessa.<

Sommario

1. IL CONTESTO ISTITUZIONALE DI RIFERIMENTO

2. L’ATTIVITÀ SVOLTA NELL’ANNO 2016

3. L’ATTIVITÀ DI VIGILANZA PREVIDENZIALE 2017

Quadro di riferimento

Procedure a supporto dell’attività di vigilanza

Procedure per l’attività di intelligence dì prossima realizzazione

Matrice di valutazione dei rischi e sistema par le verifiche preliminari

Incrocio UNILAV/UNIEMENS

Procedure di pianificazione, programmazione e verbalizzazione

Obiettivi e programmazione delle azioni ispettive 2017

A. Obiettivi dì produzione in relazione al CRID

6. Attività di vigilanza 2017

Ambiti di Intervento a livello nazionale

Agricoltura

Agevolazioni contributive

Cooperative

fonda di Tesoreria dell’INPS

Imprenditorialità di nazionalità estera

Contrasto alla costituzione di rapporti di lavoro fittizi

Aziende dello spettacolo

Aziende edili

Esercizio effettivo del l’attività artigiana

Pubbliche Amministrazioni

Attività straordinaria

Attività ispettiva sul territorio

Attività formativa

1. Il contesto istituzionale di riferimento

Il Piano dell’attività di vigilanza ispettiva per l’anno 2017 si inserisce in un contesto normativo in fase di assestamento: dopo circa un anno e mezzo dall’entrata in vigore del Decreto legislativo 24 settembre 2015 n. 149, istitutivo dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, è stato pubblicato il Decreto interministeriale 28 dicembre 2016, con il quale è stato dato avvio alla effettiva operatività dell’Ispettorato.

Con la pubblicazione del citato Decreto interministeriale, l’assetto istituzionale nell’ambito del quale deve essere esercitata l’attività ispettiva in materia di lavoro e legislazione sociale ha subito il più importante mutamento dai momento dell’adozione del Decreto legislativo istitutivo dell’Agenzia unica per le ispezioni dei lavoro: a quest’ultima sono stati trasferiti gli ispettori del lavoro precedentemente alle dipendenze del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, nonché le risorse finanziarie necessarie alla gestione di detto personale e al funzionamento dell’Ente.

Solo a seguito del Decreto interministeriale in parola, quindi, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha acquisito concretamente la struttura che gli consentirà di svolgere le attribuzioni di legge, prima fra tutte quella di esercitare e coordinare su tutto il territorio nazionale la vigilanza in materia di lavoro, contribuzione e assicurazione obbligatoria nonché legislazione sociale.

Si apre, dunque, una fase che avrà importanti riflessi anche sull’attività dell’INPS, che, è appena il caso di rammentarlo, “nel quadro della politica economica generale, adempie alle funzioni attribuitegli con criteri di economicità e di imprenditorialità, adeguando autonomamente la propria organizzazione all’esigenza di efficiente e tempestiva acquisizione dei contributi ed erogazione delle prestazioni” (cfr. art. 1, comma 2, Legge 9 marzo 1989 n. 88).

Pur nel rinnovato assetto normativo in materia di vigilanza ispettiva, dunque, l’Istituto non può esimersi dai mettere in atto ogni possibile azione volta a garantire l’effettiva acquisizione della contribuzione e la corretta erogazione delle prestazioni.

Certamente, le azioni da porre in essere non potranno non tenere in considerazione la necessità di coordinamento con l’INL.

In proposito, l’Istituto si è già attivato attraverso la stipula di un protocollo d’intesa, firmato il 21 febbraio 2017, con il quale, allo scopo di favorire l’efficace svolgimento dell’attività di vigilanza ispettiva in materia di contribuzione obbligatoria, vengono previste forme strutturate di coordinamento tra INPS e Ispettorato, fra le quali la Commissione nazionale e le Commissioni regionali di programmazione dell’attività ispettiva.

L’attività delle Commissioni, nell’ambito delle quali rappresentanti dell’INPS e dell’INAIL lavoreranno affiancandosi e confrontandosi assiduamente, sarà concentrata, in primo luogo, sull’analisi del rischio di inosservanza degli obblighi contributivi: anche grazie al supporto di appositi gruppi di lavoro costituiti da funzionari esperti in vigilanza ispettiva e documentale, esse svilupperanno congiuntamente modelli innovativi di analisi del rischio e metodologie preordinate a favorire l’individuazione dei fenomeni di evasione ed elusione contributiva. Il lavoro condiviso potrà essere impostato partendo dalle criticità che l’Istituto ha già rilevato nel corso degli anni passati, grazie all’attività di intelligence e di vigilanza documentale e ispettiva, effettuate per mezzo delle banche dati e procedure all’avanguardia di cui l’INPS dispone.

Le Commissioni effettueranno la mappatura dei rischi ai fini della conseguente programmazione dell’attività di vigilanza, della quale poi cureranno anche il monitoraggio, allo scopo di valutare la bontà dei modelli proposti e di apportare eventualmente i correttivi che si renderanno necessari.

Il 2017 sarà, infatti, un anno di sperimentazione dei nuovo modello di programmazione congiunta INPS-INL e sarà anche il primo anno in cui il personale ispettivo dovrà confrontarsi con le nuove competenze acquisite a seguito dell’istituzione dell’Agenzia unica.

Da una parte, il personale ispettivo INPS dovrà assimilare tutte le conoscenze necessarie per esercitare le delicate funzioni di polizia giudiziaria prima riservate ai soli ispettori del lavoro nonché le competenze relative all’apparato sanzionatorio, prerogativa antecedentemente alla modifica legislativa, del solo personale ispettivo del Ministero. Dall’altra parte, i funzionari ispettivi (ex DTL) ormai dipendenti dell’Ispettorato dovranno acquisire la preparazione che consenta loro di esercitare la vigilanza in materia previdenziale, contribuendo alla tutela dei crediti contributivi dell’INPS e al recupero delle prestazioni indebitamente erogate

Il processo di integrazione delle competenze sarà realizzato attraverso un percorso formativo di omogeneizzazione delle conoscenze tecnico-giuridiche in materia lavoristica e previdenziale rivolto a tutto il personale ispettivo, comprensivo anche di una fase di affiancamento “on the job”. L’attività formativa sarà diretta inoltre a garantire il corretto uso degli applicativi informatici da parte di tutto il personale ispettivo.

La realizzazione delle iniziative formative richiederà alcuni mesi di tempo, in considerazione tanto della mole di competenze da trasferire, quanto dell’elevato numero dei destinatari. È evidente che, in attesa del completamento del percorso formativo, l’INPS e l’INL si raccorderanno costantemente, come peraltro previsto dal sopra citato Protocollo d’intesa, per assicurare lo svolgimento dell’attività di vigilanza senza soluzione di continuità, nella consapevolezza delle difficoltà cui il corpo ispettivo necessariamente dovrà far fronte. Al riguardo, a tutela della correttezza dell’azione ispettiva, oltre che della professionalità del personale ispettivo, è stata emanata la lettera circolare prot. n. 103/2017/RIS del 27 marzo 2017, con la quale l’Ispettorato ha dettato specifiche disposizioni relative ai profili previdenziali e assicurativi dell’attività di vigilanza.

Nel corpo del documento che segue saranno analizzati i risultati dell’attività di vigilanza dell’anno precedente, sul quale hanno inciso inevitabilmente le incertezze legate al complesso iter di istituzione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, unitamente alla persistente contrazione del numero di ispettori, che nell’arco di tre anni si è ridotto da circa 1400 unità a poco più di 1200. In seguito, saranno presentati gli obiettivi del piano, tanto in termini quantitativi, quanto dal punto di vista dei settori sui quali l’attività ispettiva sarà indirizzata nel 2017.

2. L’attività svolta nell’anno 2016

Nel corso dell’anno 2016 l’allora Direzione Centrale Vigilanza Prevenzione e Contrasto all’Economia Sommersa ha posto particolare attenzione, oltre che al consueto accertamento dei fenomeni evasivi ed elusivi della contribuzione previdenziale, alla preventiva intercettazione di tali fenomeni al fine di impedirne il compimento.

Dai punto di vista del contrasto all’elusione/evasione e alle condotte fraudolente volte a conseguire esborsi indebiti da parte dell’INPS, il Piano di attività 2016 è stato caratterizzato dall’intento di realizzare interventi mirati, attraverso un’attività di intelligence e analisi dei rischi attuata a livello centrale dal “Nucleo Centrale d’Intelligence” e supportata dai nuovi applicativi informatici di verbalizzazione e programmazione (Verbali Web e VGUnico).

In particolare, i fenomeni e i soggetti individuati dal Nucleo Centrale d’Intelligence sono stati oggetto di attività di vigilanza straordinaria, gestita direttamente dalla Direzione Centrale Vigilanza sotto forma di “Nucleo di Intervento Speciale”: quest’ultimo ha rappresentato il dispositivo in grado di intervenire nel contesto di situazioni emergenziali, per le quali sono richieste le più ampie competenze ed un elevato grado di flessibilità operativa.

L’attività ispettiva svolta nel 2016 ha conseguito, nel suo complesso a livello nazionale, i seguenti risultati:

Risultati attività 2016

Contributi Accertati e Minori UsciteAziende ispezionateAziende irregolari% IrregolaritàLavoratori irregolariLavoratori in nero
918.035.81428.81822.13876,8225.32114.051

3. L’attività di vigilanza previdenziale 201?

Quadro di riferimento

La questione dell’economia sommersa e del lavoro irregolare è sempre più ai centro dell’interesse pubblico. li contrasto al sistema definito dell’economia non ufficiale è da diversi anni uno dei temi chiave strettamente collegato al processo di sviluppo dei nostro paese.

Il legislatore negli ultimi anni, a conferma della priorità posta nei confronti della lotta al sommerso, ha dedicato grande attenzione alla problematica apportando sostanziali modifiche al tessuto normativo.

Ciò nonostante il fenomeno del sommerso nella sua dimensione quali-quantitativa ha continuato a svilupparsi inevitabilmente anche a causa della crisi economica che sta interessando il nostro Paese.

Difatti la lettura comparata restituisce uno stretto collegamento tra livello di pervasività del sommerso e livello di fragilità socio-economica che il Paese esprime.

In altri termini, il fenomeno dell’irregolarità del lavoro configura una condizione di diseconomia introducendo gravi elementi di concorrenza sleale che ovviamente favoriscono quelle imprese che non rispettano le regole.

Inoltre, la condotta evasiva/elusiva, nelle sue diverse forme ha conosciuto anche una significativa trasformazione caratterizzandosi per la combinazione di componenti diversificate territorialmente e settorialmente.

L’esigenza di trovare una soluzione al problema del sommerso, oggi più che mai, è avvertita come una questione di fondamentale importanza dato che una drastica riduzione del fenomeno darebbe un contributo importante per riportare a livello europeo la competitività del nostro Paese e ristabilirebbe gli indispensabili principi di equità sociale e di legalità.

Accanto all’economia sommersa propriamente detta, e forse da questo stesso contesto alimentato, si è formato ed esteso un ulteriore fenomeno che, per certi versi, assume maggiore rilievo per le conseguenze che questo arreca al nostro già fragile sistema di protezione del reddito teso a sostenere le categorie ed i settori più deboli.

Trattasi di vere e proprie truffe ai danni dell’Istituto realizzate mediante l’instaurazione di “falsi” rapporti di lavoro subordinato finalizzata all’indebita percezione di prestazioni a sostegno del reddito e, quindi, di una vera e propria truffa perpetrata a danno, non solo dell’Istituto, ma dell’intero sistema del welfare e della contabilità pubblica.

È di tutta evidenza che il fenomeno di cui trattasi trova la sua genesi e molto probabilmente gli ideatori ed organizzatori in coloro che da anni in modo spregiudicato hanno aggredito il nostro sistema del welfare nel settore agricolo ma che dopo le ripetute azioni di contrasto condotte anche grazie all’impiego di sofisticate procedure informatiche realizzate appositamente, si è diffuso in settori merceologici diversi da quello dell’Agricoltura.

In tale contesto, è fondamentale il ruolo della Vigilanza – documentale e ispettiva – non solo quale strumento per garantire la effettiva tutela previdenziale ai lavoratori tutti, ma per reprimere nel loro primo manifestarsi tutte le nuove forme di evasione/truffa che vengono tentate, diffondendo la cultura della legalità.

Procedure a supporto dell’attività di vigilanza

Alla luce di un panorama così articolato, non ritenendo più sufficiente elaborare distinti progetti/software realizzati per lo più per dare seguito ad attività mirate o a fenomeni di comparto, si punta a sviluppare una Piattaforma dell’Attività di Vigilanza integrata con tutte le procedure di intelligence e di incrocio dati già nelle disponibilità dell’Istituto – ad uso della vigilanza documentale ed ispettiva – e di quelle di ultima generazione in corso di realizzazione.

Attraverso tale piattaforma si punta a garantire un’azione accerta ti va fortemente qualitativa, con l’obiettivo di contrastare i fenomeni di irregolarità sostanziale, senza che gli accessi ispettivi costituiscano un ostacolo alla continuità e alle migliori prassi del sistema produttivo, evitando iniziative dispersive o improduttive.

L’attività di intelligence può cosi individuare interventi più qualificanti, permettendo di intercettare il diffondersi di nuovi fenomeni come quelli relativi alla costituzione di falsi rapporti di lavoro in settori diversi da quello agricolo di cui si è fatto cenno in precedenza.

La soluzione prospettata prevede un nuovo sistema di supporto alle decisioni, sia a livello centrale che territoriale, in grado di utilizzare l’enorme patrimonio informativo dell’Istituto e delle altre Amministrazioni, elaborando indicatori di rischio idonei a stabilire direttrici di intervento mirate e rapidamente verificabili.

Il motore trasversale della soluzione individuata consente l’utilizzo di informazioni georiferite in grado di mettere in correlazione in maniera innovativa banche dati di varia provenienza senza necessità di individuare parametri comuni tra le varie informazioni, ma utilizzando il territorio, comune denominatore.

Questo approccio offre due enormi potenzialità: consente di svolgere analisi socioeconomiche organizzate per aree omogenee, superando i confini amministrativi (comune, provincia o regione) e di individuare indicatori di varia natura, Incrociando banche dati di natura diversa anche se inizialmente non progettate per colloquiare (CCIAA, Anagrafe Tributaria, INAIL, Ministero del Lavoro Comunicazioni Obbligatorie, Agenzia Entrate Denunce Fiscali, ed altre in attesa di convenzione quali le utenze elettriche) con il patrimonio informativo INPS: Aziende con dipendenti flussi UniEmens, Aziende agricole, Artigiani, Commercianti, Aziende agricole autonome – CD – CM – IAP, Archivio delle ispezioni, Casellario degli attivi, Gestione separata, Posizioni PALS e P.A., Prestazioni a sostegno del reddito, Controllo Automatizzato Sgravi e Conguagli, per aiutare nell’individuazione delle direttrici di analisi.

In questo modo si è in grado di intercettare dalle tipiche situazioni di evasione totale (lavoratori mai denunciati e/o aziende non iscritte) alle situazioni di evasione parziale (retribuzioni non denunciate), fino a forme di elusione contributiva (ricerca di inquadramento in settori ad aliquota previdenziale più bassa, rapporti di lavoro subordinato mascherati come autonomi, elusione degli obblighi di contribuzione al fondo di tesoreria, ecc.).

L’analisi non si limita al solo territorio dove insiste una data attività aziendale ma si estende a tutte le caratteristiche del soggetto.

Procedure per l’attività di intelligenze di prossima realizzazione

Matrice di valutazione dei rischi e sistema per le verifiche preliminari

Data Event

La centralità della mission riguardo l’attività di verifica documentale ed ispettiva oggi sintetizzata nella Direzione Centrale Entrate e Recupero Crediti, inoltre, consente di ampliare l’ambito di azione, focalizzando l’attenzione anche su attività di prevenzione tese a contrastare fenomeni di elusione ed evasione contributiva già in fase di avvio dell’attività economica, introducendo una verifica preliminare dei soggetti per l’identificazione preventiva di situazioni “a rischio”.

L’attuale sistema di intelligence basato sull’incrocio dati – matching – sarà integrato con l’introduzione di un nuovo paradigma di analisi dinamica che, analizzando gli eventi della normale operatività attraverso l’inquadramento/nuova iscrizione di aziende, la correntezza nell’assolvere agii obblighi contributivi (versamenti alle scadenze, forma, modalità e tempi di trasmissione delle denunce contributive, caratteristica dell’azienda e dei suoi amministratori, volumi di attività, della forza aziendale subordinato o altra tipologia contrattuale, ecc.) e mettendo in relazione tali eventi con le serie storiche rinvenute dalie banche dati dell’Istituto, consentirà l’identificazione di “pattern di rischio” necessari per identificare le situazioni di maggiore rischio anche a partire dalla richiesta di iscrizione all’Istituto.

Tale sistema determinerà l’ampliamento della platea dei soggetti da sottoporre a verifica.

Inoltre, la verifica preliminare, scaturita dall’analisi del comportamento aziendale, oltre ad intercettare comportamenti evasivi, avrà un effetto dissuasivo esteso alle aziende dello stesso settore economico.

Un sistema basato sul controllo degli eventi, insieme alle ultime procedure realizzate dalla verifica documentale, consentirà di contrastare efficacemente i tentativi di costituzione di fittizi rapporti di lavoro dipendente, tesi principalmente al conseguimento di illecite prestazioni, impedendo di fatto che si consumi il disegno criminoso.

Si ritiene, da quanto precede, che le strategie per una vigilanza moderna e vincente non possano che fondarsi sulla capacità di elaborare le informazioni attraverso modalità innovative, sfruttando non solo l’enorme sistema informativo di cui l’Inps dispone in termini di banche dati ma le potenzialità di sviluppo di applicazioni/procedure informatiche.

Incrocio UNILAV/UNIEMENS

CROSS CoDe

La procedura CROSS CoDe nasce dall’esigenza di monitorare il comportamento delle aziende in modo da verificare la coerenza fra le Comunicazioni Obbligatorie di assunzione inviate dal datore di lavoro al Ministero del Lavoro (nelle disponibilità dell’Istituto) e le denunce UNIEMENS (nel prosieguo anche DMAG del settore agricolo) presenti nel sistema informativo dell’Inps. L’obiettivo è quello di effettuare un controllo incrociato al fine di porre in evidenza i comportamenti irregolari posti in essere dai datori di lavoro che sempre più spesso assolvono solo in parte agli obblighi di legge, limitandosi solo a quelli dichiarativi (comunicazioni di assunzioni), per evitare eventuali sanzioni amministrative in caso di controlli, sottraendosi a quelli relativi agli oneri contributivi (denunce UNIEMENS) realizzando di fatto una elusione contributiva.

La procedura attraverso un monitoraggio continuo di tutte le denunce si pone l’obiettivo di intercettare quelle incoerenti che di fatto evidenziano un’acclarata evasione contributiva.

È di tutta evidenza che la procedura consentirà all’Istituto di disporre di uno strumento di controllo che, in tempo quasi reale, sarà in grado di intercettare anche quei soggetti che all’apparenza risultano in regola con gli obblighi contributivi, e quindi in possesso del DURC, in quanto inviano solo una parte delle denunce contributive del personale occupato.

L’attenzione posta nei riguardi di questi specifici soggetti consentirà non solo di intercettare comportamenti evasivi ma concorrerà di certo a dissuadere le altre aziende dal tenere analoghe condotte elusive della contribuzione.

Procedure a supporto dell’attività di pianificazione, programmazione e verbalizzazione

Grazie alla nuova piattaforma di verbalizzazione – VGUnico e Verbali Web – l’lnps dispone di tutti gli strumenti per stare al passo con l’evoluzione dell’attività di vigilanza conseguente all’operatività dell’ispettorato Nazionale del Lavoro, essendo in grado di gestire sia la componente del verbale in materia previdenziale che quella in materia lavoristica.

L’anno 2016 è stato caratterizzato dal rilascio sull’intero territorio nazionale dell’utilizzo della procedura di verbalizzazione Verbali Web, che consente l’elaborazione delle diverse tipologie di verbali di accertamento nonché il calcolo della contribuzione evasa e dei relativi oneri accessori, anche a beneficio della gestione del flusso dei crediti accertati e del monitoraggio del contenzioso.

Il nuovo applicativo è, inoltre, in grado di colloquiare direttamente con le diverse gestioni dell’Istituto, consentendo agli ispettori di lavorare sui dati presenti negli archivi e di restituire ai medesimi le informazioni e le variazioni rilevate.

Ciò contribuisce alla puntuale sistemazione delle posizioni assicurative dei lavoratori, consentendo altresì l’eventuale annullamento in caso di accertamento di rapporti di lavoro fittizi. Ai riguardo, sono state introdotte nuove funzionalità che prevedono uno specifico annullamento delle denunce retributive inviate per i lavoratori rispetto ai quali viene operata una diversa qualificazione del rapporto di lavoro (da dipendente ad autonomo).

Contestualmente, è stato adottato in via definitiva anche l’applicativo VGUnico che contiene l’insieme delle informazioni raccolte in sede ispettiva nonché le risultanze analitiche di ciascun accertamento, permettendo la raccolta, la consultazione e l’analisi delle risultanze dell’attività ispettiva.

Pertanto, nell’anno 2017 saranno perseguiti i seguenti obiettivi:

– aggiornamento della procedura Verbali Web, con particolare riferimento alla sezione relativa alle sanzioni amministrative, per quelle violazioni la cui contestazione in precedenza era di competenza dei solo personale ispettivo del Ministero del Lavoro e che, con l’avvio della piena operatività dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, è stata attribuita anche ai funzionari ispettivi dell’INPS;

– predisposizione, a seguito di apposita convenzione, delle modalità per lo scambio dati delle risultanze relative alle ispezioni effettuate dai funzionari di vigilanza INPS con l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, nell’ambito del coordinamento previsto dall’articolo 7 del Decreto Legislativo 14 settembre 2015, n. 149;

– creazione, attraverso la cooperazione applicativa con INL ed INAIL, della Banca Dati condivisa delle attività ispettive effettuate dai tre Enti, funzionale sia per l’attività di intelligence sia per evitare la sovrapposizione di interventi ispettivi;

– avvio del perfezionamento della procedura Verbali Web, finalizzato alla sua utilizzazione anche negli accertamenti in materia di contribuzione ex Inpdap;

– ottimizzazione delle interazioni tra le procedure informatiche della Vigilanza Documentale e della Vigilanza Ispettiva per la programmazione e pianificazione delle attività di verifica;

– affinamento e potenziamento delle funzionalità presenti nella procedura di verbalizzazione, che consentono l’elaborazione massiva dei flussi UNIEMENS, anche in modalità offline attraverso l’esportazione di tutte le denunce mensili su appositi fogli elettronici, in modo da velocizzare la fase di redazione dei flussi contributivi di variazione delle posizioni assicurative dei lavoratori interessati dagli accertamenti.

Obiettivi e programmazione delle azioni ispettive 2017

L’individuazione degli obiettivi e la programmazione delle azioni ispettive per l’anno 2017 non possono non tenere conto dei nuovi assetti organizzativi interni all’Istituto, rivenienti dall’incorporazione delle funzioni della Direzione Centrale Vigilanza Prevenzione e Contrasto all’Economia Sommersa all’interno della Direzione Centrale Entrate e Recupero Crediti, e dei riflessi conseguenti alle innovazioni legislative di cui si è detto nella premessa relativa al contesto istituzionale di riferimento.

L’attività di intelligence dell’Istituto sarà potenziata al fine di portare avanti, in sinergia con l’INL, un’azione mirata di vigilanza e di contrasto all’evasione/elusione contributiva. Funzionale al potenziamento della predetta attività risulta l’apporto derivante da:

– la compiuta realizzazione del processo di messa in comune delle informazioni inerenti alle imprese e dei risultati delle azioni di controllo effettuate dalle diverse Amministrazioni competenti in materia di attività ispettiva;

– l’effettiva conoscenza del territorio concernente le singole realtà economico-produttive riferibili a ciascuna regione, ottenuta anche mediante l’analisi delle indagini condotte periodicamente da Enti e Organismi di Ricerca (Istat, Banca D’Italia, Union Camere, Union Filiere, etc.) sull’andamento congiunturale dell’economia dei rispettivi territori di riferimento.

L’ausilio di affinate metodologie e strumenti di indagine consente io studio e l’analisi dettagliata dei dati a disposizione, al fine di elaborare specifici indicatori di rischio in base ai quali orientare l’attività ispettiva.

In questo contesto, occorre evidenziare come l’INPS e l’INL abbiano già avuto modo di concordare le modalità di lavoro delle Commissioni di programmazione dell’attività ispettiva, che sono state esplicitate nella nota dell’Ispettorato, prot. 120/2017/RIS del 13 aprile 2017, in cui sono state dettate indicazioni sul piano metodologico per la programmazione e l’organizzazione dell’attività ispettiva.

In particolare, la citata nota, relativamente agli accertamenti che hanno per oggetto il controllo dell’assolvimento degli obblighi di contribuzione previdenziale, chiarisce che la programmazione sarà condotta sulla base delle informazioni condivise in sede di Commissione centrale o regionale. Nella specie, le Commissioni (anche a livello regionale) incentreranno la propria attività su settori produttivi ovvero fenomeni che abbiano un elevato rischio di evasione/elusione, in funzione delle specificità della realtà territoriale e delle segnalazioni pervenute da parte delle amministrazioni pubbliche, organismi investigativi e di controllo, organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori e dei datori di lavoro, assicurati, etc,.

A. obiettivi di produzione in relazione al CRiD

Il Contributo alla Riduzione del Debito Pubblico (CRiD) comprende quei valori collegati al Bilancio istituzionale generati direttamente dalle attività produttive delle strutture di produzione dell’Istituto. Come è noto, si tratta di attività la cui esecuzione è direttamente collegata alle iniziative gestionali che l’Istituto stesso intraprende per l’accertamento dei contributi e il controllo per la sussistenza e permanenza del diritto alle prestazioni sia di carattere previdenziale che assistenziale.

Per quel che concerne il CRiD derivante dalle attività di vigilanza ispettiva, l’obiettivo per l’anno 2017 è stato rimodulato tenendo conto del verificarsi di alcune circostanze tra la fine dell’anno 2016 e l’inizio dei 2017, nonché dell’analisi dell’andamento dei risultati ottenuti nel precedente biennio.

In primo luogo, le conseguenze degli eventi sismici avvenuti in una ampia zona dell’Italia Centrale, che ha coinvolto le Regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, hanno fortemente danneggiato interi settori produttivi di quelle aree, determinando sostanzialmente il blocco delle attività dirette e dell’indotto, limitando conseguentemente qualsiasi controllo ispettivo.

Inoltre, si è tenuto conto dei rallentamenti dell’attività di vigilanza intrinsecamente legati al complesso iter di attuazione dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, e di tutte le difficoltà che esso comporta: dall’armonizzazione e condivisione di una modulistica omnicomprensiva, all’attuazione di un piano formazione dedicato, all’utilizzo delle banche dati e delle procedure, all’esatta delimitazione degli ambiti d’intervento, alla condivisione della validità giuridico- formale degli atti ispettivi formati dall’I.N.L. con riferimento ai profili di tutela della titolarità del credito contributivo e di idoneità degli atti medesimi ai fini della interruzione della decorrenza dei termini prescrizionali di legge.

Nell’ambito dei piano della Performance 2017/2019, approvato con determinazione presidenziale n. 79 del 21 aprile 2017, laddove lo stesso prevede che l’accertamento da DMV (vigilanza ispettiva e vigilanza documentale) sia pari a € 1.017.444.877, gli obiettivi di produzione dell’attività di vigilanza ispettiva sono pertanto stati quantificati come segue:

– Maggiori Entrate – Accertamento Contributi da vigilanza ispettiva e sanzioni civili – per € 719.541.807;

– Minori Uscite – Annullamento Prestazioni e Posizioni Assicurative (falsi rapporti di lavoro) – per € 178.529.351.

Gli obiettivi stessi sono stati ripartiti a livello territoriale secondo criteri individuati sulla base delle dimensioni delle Regioni e del loro potenziale economico (cfr. tabelle sotto riportate):

TERRITORIOAccertato ContributivoMinori UsciteObiettivo 2017
Piemonte50.781.984,795.492.781,9056.274.766,69
Valle d’A.1.161.556,09212.176,381.373.732,48
Lombardia65.833.380,719.034.154,7074.867.535,41
Milano57.604.208,127.904.885,3665.509.093,48
Liguria17.559.330,713.089.561,6620.648.892,37
Trentino Alto Adige12.197.969,031.986.574,5614.184.543,59
Veneto52.413.694,005.708.950,2258.122.644,22
Friuli-V.G.8.622.865,98902.575,409.525.441,38
Emilia- R,50.018.358,146.416.411,9156.434.770,05
Toscana51.907.179,856.753.595,7358.660.775,58
Umbria4.573.471,04464.978,655.038.449,69
Marche20.520.324,272.918.014,9323.438.339,20
Lazio21.848.570,402.411.724,7124.260.295,11
Roma55.751.524,476.154.056,1461.905.580,62
Abruzzo13.455.416,752.046.370,5515.501.787,29
Molise5.250.413,67708.974,825.959.388,49
Campania34.338.294,8919.391.030,7853.729.325,68
Napoli35.875.830,4920.259.285,8956.135.116,38
Puglia43.219.554,3121.899.142,7665.118.697,07
Basilicata9.121.039,624.783.200,0613.904.239,68
Calabria32.467.086,9119.753.435,4052.220.522,31
Sicilia51.989.175,9727.482.683,5779.471.859,54
Sardegna23.030.576,772.754.784,9125.785.361,69
TOTALE719.541,807,00178.529.351,00898.071.158,00

B. Attività di vigilanza 2017

Ai fini del raggiungimento degli obiettivi suddetti, si opererà sia attraverso un’attività programmata direttamente dalla Direzione Centrale Entrate e Recupero crediti, sia attraverso un’attività programmata in seno alle varie Commissioni regionali/ alle quali è lasciato il compito di individuare una mappatura dei rischi correlati a fenomeni che hanno una connotazione spiccatamente locale.

Alle Commissioni regionali è altresì demandato il compito di gestire a livello locale gli input ricevuti dalla Commissione nazionale selezionando i soggetti da sottoporre a verifica anche mediante l’utilizzo dei vari applicativi in uso e di prossimo rilascio e in base a specifici indicatori di rischio individuati sulla scorta della esperienza degli operatori.

Ambiti di intervento a livello nazionale

L’attività di vigilanza ispettiva in materia previdenziale sarà, nel corso del 2017, indirizzata sui seguenti specifici fenomeni di più rilevante impatto economico – sociale.

Agricoltura

La consapevolezza che l’INPS presiede la Rete di Lavoro Agricolo di Qualità deve orientare l’attività ispettiva in maniera maggiormente selettiva.

Per quanto riguarda le aziende agricole e gli altri soggetti che operano nel settore (CD, CM, IAP), si ritiene necessario portare avanti anche nel 2017 l’attività di contrasto dei fenomeni irregolari in agricoltura, al duplice fine di evitare il pagamento di prestazioni indebite da parte dell’Istituto e di fare emergere l’evasione contributiva. Non si può non rilevare, a tal proposito, come in molte Regioni, il ricorso al lavoro irregolare in questo settore abbia assunto i connotati di un fenomeno strutturale. Spesso, a causa della crisi economica che ha colpito il Paese negli ultimi anni, i piccoli imprenditori agricoli trovano conveniente ricorrere al lavoro irregolare, in tutto o in parte, per avere margini di guadagno più consistenti. Tale circostanza fa sì che sempre meno datori di lavoro reclutino i lavoratori attraverso sistemi regolari ai quali si riconnettono una serie di adempimenti fiscali.

Fenomeni come la mancata applicazione dei contratti collettivi provinciali con la conseguente fruizione indebita delle agevolazioni contributive, l’impropria iscrizione al settore agricolo di aziende cosiddette “senza terra” che di fatto sono da comprendere nel settore dei servizi alle imprese e quindi del terziario, l’utilizzo di personale fornito da cooperative di produzione e lavoro prive dei requisiti di legge previsti per essere ricomprese nelle società di somministrazione lecita di manodopera, l’assunzione di familiari in qualità di operai a tempo determinato in luogo della più corretta iscrizione in qualità di coadiutori per accedere alle prestazioni a sostegno del reddito, l’utilizzo fraudolento dei contratti di compartecipazione agraria, sono solo alcuni degli esempi di “criticità” da aggredire.

L’attività di vigilanza ispettiva verrà indirizzata anche alle zone del centro-nord Italia, dove i controlli sono avvenuti con minore frequenza e profondità.

Particolare allarme sociale desta il persistere del fenomeno del caporalato, che il più delle volte è espressione di organizzazioni criminali vere e proprie.

I caporali svolgono, dietro pagamento di somme detratte direttamente dalle retribuzioni dei braccianti, un’opera di intermediazione che si sostanzia nella selezione dei lavoratori e nel loro trasporto presso il luogo di raccolta. Tale sistema si sovrappone e finisce con il sostituirsi a quello legale, impedendo che si realizzi l’incontro tra domanda e offerta di lavoro nei settore agricolo. La conseguenza di tale sistema è che, spesso, i lavoratori vengono sottoposti a condizioni inaccettabili di sfruttamento, con orari massacranti, retribuzioni largamente ai di sotto dei minimi contrattuali, assenza di qualsiasi protezione contro gli infortuni e gli incidenti sul lavoro.

L’azione ispettiva avrà come quadro di riferimento il Protocollo sottoscritto il 27 maggio 2016 da Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Ministero dell’Interno, Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, da alcune Regioni italiane maggiormente interessate dal fenomeno, dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, da Associazioni di volontariato, da Associazioni Datoriali e dalle Organizzazioni Sindacali, oltre che la L. 199/2016 “Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo” e sarà pertanto rivolta, da un lato a contrastare tale fenomeno, cui si riconnette un’elevata evasione/elusione contributiva, dall’altro al disconoscimento di rapporti di lavoro instaurati fittiziamente.

Agevolazioni contributive

L’attività ispettiva volta a verificare eventuali fenomeni di fruizione indebita dell’esonero contributivo nei confronti delle aziende che hanno fatto ricorso agli sgravi contributivi per assunzioni a tempo indeterminato, ex art. 1, commi da 118 a 124 legge 23 dicembre 2014, n. 190, c.d. sgravio triennale, già avviata nel corso dell’anno 2016, riceverà un ulteriore impulso nel corso del corrente anno 2017 e sarà estesa anche ad ulteriori ed analoghe forme di esonero contributivo quale quella di cui all’art. 1, commi 178 e seguenti della legge n. 208/2015.

Le aziende saranno individuate tra quelle che beneficiano di agevolazioni contributive e presentano profili di rischio riguardanti il mancato rispetto dei contratti collettivi nazionali.

Gli accertamenti riguarderanno il comportamento aziendale nel suo complesso, con particolare attenzione all’osservanza di tutti gli obblighi di legge e dei CCNL di riferimento.

Cooperative

L’attività sarà volta, in particolare, a verificare, l’esistenza di appalti non genuini tra aziende operanti nell’indotto, nonché fenomeni di evasione/elusione contributiva, conseguente alla non corretta applicazione del CCNL ai lavoratori, allo sfruttamento della manodopera volto al contenimento dei costi del lavoro, alla sistematica denuncia in busta paga di voci retributive occultate all’imponibilità contributiva.

Proseguirà inoltre l’attività nei confronti delle c.d. cooperative spurie, che, lungi dal perseguire i dichiarati scopi mutualistici, per mezzo di appalti simulati somministrano abusivamente manodopera, limitandosi a mettere i propri dipendenti (o soci lavoratori) a disposizione delle imprese “committenti”, in assenza del rischio d’impresa, dell’autonomia imprenditoriale e del potere direttivo sui propri dipendenti, che dovrebbero invece caratterizzare contratti di appalto genuini.

In molti casi, si potrà fare ricorso alla disciplina legislativa posta a garanzia dei crediti di lavoro negli appalti prevista dall’art. 29, comma 2, D.lgs. 10 settembre 2003, n. 276 e successive modificazioni ed integrazioni, che consente di riconoscere in capo al committente la responsabilità solidale relative ai crediti per i lavoratori utilizzati nell’appalto.

Il fenomeno, stante la complessità dei processi produttivi che sempre più spesso vengono da parte delle imprese appaltanti scomposti ed affidati a terzi, non può più essere affrontato in maniera frammentaria e territoriale, tanto più se si considera che la maggior parte dei soggetti in questione opera in più territori – provinciali/regionali – se non addirittura a livello nazionale.

Occorrerà adottare nuove modalità operative, che affrontino la problematica attraverso azioni centrali di supporto alle realtà territoriali, così da ottenere il duplice vantaggio di affrontare le situazioni più compiesse nella loro totalità e di tenere comportamenti uniformi nella fase dell’accertamento e fornire il necessario supporto alla fase di redazione del verbale conclusivo.

Al riguardo assumerà grande rilievo l’integrazione a livello centrale e territoriale con l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, che consentirà di condividere le esperienze e le prassi consolidate dagli Enti negli anni.

Fondo di Tesoreria dell’INPS

Rispetto agli obblighi di finanziamento del “Fondo per l’erogazione ai lavoratori dipendenti del settore privato dei trattamenti di fine rapporto di cui all’art. 2120 c.c.” (Fondo di Tesoreria), l’esame della documentazione di lavoro e fiscale prodotta dalle aziende ispezionate negli ultimi anni evidenzia un aumento significativo da parte delle aziende alla propensione ad evadere/eludere l’obbligazione prevista per legge.

Nella maggior parte dei casi intercettati, le aziende tenute al versamento al Fondo di Tesoreria dei contributi relativi a tutti i dipendenti che non abbiano deciso, espressamente o tacitamente, di destinare il proprio TFR al finanziamento di una forma pensionistica complementare, omettono completamente di ottemperare a tale obbligo.

In altri casi, invece, le aziende versano al Fondo somme calcolate sulla scorta di una non corretta ricostruzione della base di calcolo utile alla determinazione del TFR, effettuata su un imponibile inferiore al dovuto.

Pertanto si procederà ad indirizzare gli accertamenti verso quelle aziende che presentano indicatori di rischio relativi alla congruità dei versamenti, anticipazioni e conguagli.

Imprenditoria di nazionalità estera

Uno dei fenomeni legati all’immigrazione dell’ultimo ventennio è quello della costituzione di imprese con legale rappresentate di nazionalità estera, che, in alcuni settori dell’industria ma soprattutto nelle piccole e microimprese, hanno finito per sovrastare quelle “autoctone”. Tali imprese si stanno, infatti, imponendo come una importante direttrice di sviluppo del sommerso.

In tale contesto una particolareggiata analisi dei settori merceologici e dei territori dove il fenomeno “etnico” risulta particolarmente diffuso costituiscono le necessarie premesse per la programmazione di una efficace azione di vigilanza per contrastare e reprimere ogni forma di lavoro irregolare.

L’attività avrà per obiettivo quello di analizzare le diverse fenomenologie di imprenditoria “etnica”, individuandone la localizzazione sul territorio, i settori merceologici interessati, gli imprenditori coinvolti, l’esistenza o meno di un rapporto assicurativo/contributivo tra ciascuna impresa/imprenditore e l’INPS, Attraverso specifici incroci dei dati, saranno poi intercettate le aziende che presentano notevoli incongruenze.

Contrasto alla costituzione di rapporti di lavoro fittizi

Il fenomeno della simulazione di rapporti di lavoro finalizzata a porre in essere truffe ai danni dell’Istituto, tradizionalmente legato al settore delle imprese agricole e localizzato nelle regioni meridionali, si è diffuso negli ultimi anni su tutto il territorio nazionale e si è sviluppato con una molteplicità di forme, utilizzando in maniera fraudolenta proprio il sistema dei flussi telematici che l’INPS ha potenziato per favorire e velocizzare l’invio dei dati da parte di aziende e invadendo anche settori merceologici mai interessati dal problema in precedenza.

Strettamente collegati al fenomeno, e sempre più frequenti, sono i furti di identità sia dei datori di lavoro, con i quali sono stati rilasciati PIN necessari alla trasmissione dei flussi, che dei lavoratori, cui vengono intestate carte di credito prepagate con disponibilità di IBAN sul quale viene chiesto di versare le prestazioni indebite.

Come si è ampiamente argomentato in precedenza nel capitolo delle procedure, l’Istituto ha strutturato procedure automatizzate preordinate a individuare i flussi di denunce contributive a rischio, con l’obiettivo di inibire l’alimentazione dei conti assicurativi individuali, limitando così i casi di erogazione di prestazioni previdenziali indebite. In considerazione della rilevanza del fenomeno e della necessità di utilizzare ogni mezzo di contrasto, tali procedure saranno impiegate sia a livello centrale sia a livello territoriale in modo da coinvolgere in modo significativo la vigilanza documentale ed ispettiva

Aziende dello spettacolo

Sarà dato nuovo vigore all’attività ispettiva nel settore delle Aziende dello spettacolo finalizzata al recupero della contribuzione Pals evasa.

Gli ambiti di maggiore interesse su cui si estrinsecherà l’attività saranno:

– Agenzie di animazione turistica

Nell’ambito dei villaggi turistici o strutture alberghiere è sempre più diffuso l’appalto del servizio di animazione ad agenzie specializzate che forniscono équipe di animazione per l’intera stagione estiva. Spesso nel corso delle verifiche sono rilevate incongruenze tra i giorni assicurati e i giorni effettivamente lavorati dagli animatori, che spesso vengono assicurati con contratti part-time di 2 ore ai giorno o con part-time verticali di 2-3 giorni a settimana o con altre tipologie contrattuali non conformi alle reali prestazioni rese.

– Produzione video e audiovisivi e Produzioni spot pubblicitari/doppiaggio Attività sviluppata in regime di appalto spesso per grandi aziende che commissionano campagne pubblicitarie su vari canali (televisione, radio, web, cartellonistica). Spesso le criticità riguardano il mancato assoggettamento a contribuzione dei diritti d’immagine o d’autore corrisposti ai testimonial o ai doppiatori o ai registi, che rilasciano fatture separate per compenso e per diritti, riconducibili tutte alla medesima prestazione lavorativa,

– Società sportive dilettantistiche

Le irregolarità in tale ambito si riscontrano nei confronti di istruttori o addetti al desk, che rendono prestazioni abituali e continuative con contratti di prestazioni sportive dilettantistiche senza alcuna assicurazione previdenziale. Al riguardo l’attività ispettiva si conformerà ai chiarimenti forniti dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro con Lettera Circolare del 1° dicembre 2016, prot. n. 1/2016.

Aziende edili

Il settore dell’edilizia continua ad essere caratterizzato da un elevato indice di rischiosità, con manifestazione di fenomeni di irregolarità molteplici.

La frammentarietà e l’instabilità del settore lo espongono di fatto al rischio di sistematiche violazioni delle speciali disposizioni di legge e contrattuali, dirette a favorire la “continuità contributiva” degli addetti.

In particolare, si evidenzia il ricorso ad artifizi volti ad eludere le norme in materia di “retribuzione virtuale” e corretto utilizzo dei contratti part-time.

Altro fenomeno di irregolarità è l’utilizzo di forme contrattuali atipiche, quali il lavoro intermittente, il cui schema contrattuale non appare rispondente alle tipologie e alle concrete modalità di sviluppo della specifica attività produttiva, con i conseguenti effetti distorsivi del mercato.

Infine, il settore è pervaso ancora da un impiego significativo di lavoratori privi di tutele ed in violazione della normativa antinfortunistica esponendo gli operatori a notevoli rischi.

Per combattere i diversi fenomeni, l’attività di contrasto sarà sviluppata predisponendo specifiche liste di soggetti a rischio distinte per tipologia contrattuale.

Il decreto legge 13 maggio 2011, n. 70, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 2011, n. 106, all’art. 6, comma 2, lettera f-sexies) ha introdotto l’art. 9 bis al decreto legge 31 gennaio 2007 n. 7, convertito, con modificazioni, dalla legge 2 aprile 2007, n. 40.

Il quadro normativo definito fornisce, in questo modo, ulteriori precisazioni, rispetto alle disposizioni contenute nella Legge n. 40/2007, in merito all’iscrizione presso l’albo provinciale delle imprese artigiane e conferma, inoltre, che l’imposizione contributiva è sostanzialmente connessa all’esercizio effettivo dell’attività, indipendentemente dall’iscrizione all’Albo delle imprese artigiane.

Una specifica attività sarà dedicata a questa fattispecie con un possibile allargamento della platea dei soggetti contribuenti autonomi.

Per le modalità operative le attività saranno condotte in linea con i chiarimenti forniti dall’Istituto con circolare n. 80 del 8 giugno 2012.

Pubbliche Amministrazioni

Il Consiglio di Indirizzo e Vigilanza, nella Relazione programmatica 2017/2019, i cui indirizzi sono confermati dalla recente deliberazione n. 11/2017, ha dettato indirizzi volti ad impegnare gli organi dell’Istituto a potenziare l’attività di verifica amministrativa e documentale nei confronti delle Pubbliche Amministrazioni nonché ad intervenire nell’ambito dell’attività dell’INL per valorizzare la pianificazione dell’azione ispettiva in tema di debito contributivo delle Pubbliche Amministrazioni.

La Direzione Entrate e Recupero Crediti sarà pertanto attiva sul duplice fronte della vigilanza documentale e di quella ispettiva, allo scopo di ridurre il debito contributivo delle PP.AA. e di accertare eventuali comportamenti non conformi alla legislazione sociale vigente nel settore.

Anche per il 2017 si darà corso ad azioni ispettive di carattere straordinario per fronteggiare fenomeni di particolare complessità dei quali sia stata riscontrata una presenza diffusa in più territori a livello nazionale. Le attività di volta in volta individuate saranno gestite e coordinate direttamente a livello centrale.

Attività ispettiva sul territorio

Accanto alla programmazione condivisa a livello di Commissione nazionale, sarà possibile intraprendere azioni ispettive individuate dai diversi ambiti territoriali, sulla scorta delle proposte d’intervento formulate dalle singole Commissioni regionali.

Attività formativa

In osservanza dell’articolo 13 del D.P.C.M. 23 febbraio 2016, a norma del quale l’INL promuove interventi e programmi di formazione permanente e di aggiornamento continuo del personale ispettivo dell’INPS, dell’INAIL nonché di quello di provenienza ministeriale, l’Istituto collaborerà con l’Ispettorato Nazionale del Lavoro per agevolare la fase di integrazione delle competenze del personale ispettivo proveniente dai diversi Enti, necessaria allo scopo di conseguire l’omogeneizzazione delle conoscenze tecnico-giuridiche in materia lavoristica e previdenziale nonché di garantire il corretto uso degli applicativi informatici.

L’attività formativa sarà svolta a beneficio degli Ispettori INPS e, secondo gli accordi sottoscritti, delle altre figure ispettive: in particolare si rammenta come la Circolare INL n. 2/2017 stabilisca espressamente che, a livello nazionale, circa un terzo del personale ispettivo di provenienza ministeriale sarà impiegato nella vigilanza previdenziale.

Pertanto l’INPS darà il proprio contributo ad un progetto condiviso di formazione, mettendo a disposizione le procedure e gli applicativi informatici in funzione presso l’Istituto, nonché propri esperti dì materia in qualità di docenti.

Uno specifico progetto formativo sarà dedicato a Verbali Web, la procedura di verbalizzazione che, consentendo agli ispettori di lavorare sui dati presenti negli archivi dell’Istituto e di restituire ai medesimi archivi le informazioni e le variazioni rilevate, permette di intervenire direttamente sulla sistemazione delle posizioni assicurative dei lavoratori.

Qualora gli accordi fra INPS e INL prevederanno l’estensione anche al rispetto rato della procedura VGUnico – interfaccia amministrativo di Verbali Web che consente di pianificare, segnalare ed assegnare le ispezioni – si programmerà un apposito percorso formativo, analogo a quello dedicato negli anni passati a Dirigenti e Funzionari INPS che utilizzano questo applicativo.

Ulteriore, ed importantissima, materia oggetto di formazione sarà quella relativa alle funzioni che gli Ispettori INPS sono chiamati a svolgere in qualità di Ufficiali di Polizia giudiziaria. In questo caso, la docenza sarà curata da funzionari ministeriali e/o dell’Ispettorato.

Infine, sarà previsto un ciclo di videoconferenze tematiche riguardanti le materie più strettamente previdenziali, che potranno costituire al contempo uno strumento di formazione per il personale ispettivo di provenienza ministeriale e di aggiornamento per il personale INPS.

Determinazione INPS 7 giugno 2017, n. 96 – Piano della vigilanza Ispettiva 2017 Determina di adottare il Piano della Vigilanza Ispettiva 2017 che, allegato alla presente determinazione, costituisce parte integrante della stessa.<

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