DECRETO LEGISLATIVO 30 giugno 2016, n. 126 Attuazione della delega in materia di segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), a norma dell’articolo 5 della legge 7 agosto 2015, n. 124

Gentili colleghi,

ritenendo di fare cosa gradita nei confronti degli associati e non, lo Staff ILA, con il presente comunicato vuole segnalare il DECRETO LEGISLATIVO 30 giugno 2016, n. 126 Attuazione della delega in materia di segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), a norma dell’articolo 5 della legge 7 agosto 2015, n. 124<.

DECRETO LEGISLATIVO 30 giugno 2016, n. 126 Attuazione della delega in materia di segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), a norma dell’articolo 5 della legge 7 agosto 2015, n. 124. (16G00140) (GU Serie Generale n.162 del 13-7-2016) note: Entrata in vigore del provvedimento: 28/07/2016<

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Visti gli articoli 76 e 87, quinto comma, della Costituzione;

Visto l’articolo 5 della legge 7 agosto 2015, n. 124, recante delega al Governo per la precisa individuazione dei procedimenti oggetto di segnalazione certificata di inizio attività o di silenzio assenso, ai sensi degli articoli 19 e 20 della legge 7 agosto 1990, n. 241, nonché di quelli per i quali è necessaria l’autorizzazione espressa e di quelli per i quali è sufficiente una comunicazione preventiva;

Vista la legge 7 agosto 1990, n. 241, recante nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi;

Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 20 gennaio 2016;

Vista l’intesa intervenuta in sede di Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, nella riunione del 3 marzo 2016;

Udito il parere del Consiglio di Stato, espresso dalla Sezione consultiva per gli atti normativi nell’adunanza del 15 marzo 2016;

Acquisito il parere della Commissione parlamentare per la semplificazione e delle commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari;

Vista la deliberazione del Consiglio dei ministri, adottata nella riunione del 15 giugno 2016;

Sulla proposta del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione;

E m a n a

il seguente decreto legislativo:

Art. 1

Libertà di iniziativa privata

1. Il presente decreto, in attuazione dell’articolo 5 della legge 7 agosto 2015, n. 124, reca la disciplina generale applicabile ai procedimenti relativi alle attività private non soggette ad autorizzazione espressa e soggette a segnalazione certificata di inizio di attività, ivi incluse le modalità di presentazione delle segnalazioni o istanze alle pubbliche amministrazioni. Resta ferma la disciplina delle altre attività private non soggette ad autorizzazione espressa.

2. Con successivi decreti legislativi, ai sensi e in attuazione della delega di cui all’articolo 5 della legge n. 124 del 2015, sono individuate le attività oggetto di procedimento di mera comunicazione o segnalazione certificata di inizio di attività (di seguito «SCIA») od oggetto di silenzio assenso, nonché quelle per le quali è necessario il titolo espresso. Allo scopo di garantire certezza sui regimi applicabili alle attività private e di salvaguardare la libertà di iniziativa economica, le attività private non espressamente individuate ai sensi dei medesimi decreti o specificamente oggetto di disciplina da parte della normativa europea, statale e regionale, sono libere.

Avvertenza:

Il testo delle note qui pubblicato è stato redatto dall’amministrazione competente per materia, ai sensi dell’art. 10, commi 2 e 3, del testo unico delle disposizioni sulla promulgazione delle leggi, sull’emanazione dei decreti del Presidente della Repubblica e sulle pubblicazioni ufficiali della Repubblica italiana, approvato con D.P.R. 28 dicembre 1985, n. 1092, al solo fine di facilitare la lettura delle disposizioni di legge modificate o alle quali è operato il rinvio. Restano invariati il valore e l’efficacia degli atti legislativi qui trascritti.

Note alle premesse:

– L’art. 76 della Costituzione stabilisce che l’esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti.

– L’art. 87 della Costituzione conferisce, tra l’altro, al Presidente della Repubblica il potere di promulgare le leggi e di emanare i decreti aventi valore di legge ed i regolamenti.

– Si riporta il testo dell’art. 5 della legge 7 agosto 2015, n. 124:

«Art. 5 (Segnalazione certificata di inizio attività, silenzio assenso, autorizzazione espressa e comunicazione preventiva). – 1. Il Governo è delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi per la precisa individuazione dei procedimenti oggetto di segnalazione certificata di inizio attività o di silenzio assenso, ai sensi degli articoli 19 e 20 della legge 7 agosto 1990, n. 241, nonché di quelli per i quali è necessaria l’autorizzazione espressa e di quelli per i quali è sufficiente una comunicazione preventiva, sulla base dei principi e criteri direttivi desumibili dagli stessi articoli, dei principi del diritto dell’Unione europea relativi all’accesso alle attività di servizi e dei principi di ragionevolezza e proporzionalità, introducendo anche la disciplina generale delle attività non assoggettate ad autorizzazione preventiva espressa, compresa la definizione delle modalità di presentazione e dei contenuti standard degli atti degli interessati e di svolgimento della procedura, anche telematica, nonché degli strumenti per documentare o attestare gli effetti prodotti dai predetti atti, e prevedendo altresì l’obbligo di comunicare ai soggetti interessati, all’atto della presentazione di un’istanza, i termini entro i quali l’amministrazione è tenuta a rispondere ovvero entro i quali il silenzio dell’amministrazione equivale ad accoglimento della domanda.

2. I decreti legislativi di cui al comma 1 sono adottati su proposta del Ministro delegato per la semplificazione e la pubblica amministrazione, di concerto con il Ministro dell’interno in relazione alle autorizzazioni previste dal testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, previa intesa, ai sensi dell’art. 3 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, in sede di Conferenza unificata di cui all’art. 8 del medesimo decreto legislativo n. 281 del 1997 e previo parere del Consiglio di Stato, che è reso nel termine di trenta giorni dalla data di trasmissione di ciascuno schema di decreto legislativo, decorso il quale il Governo può comunque procedere. Lo schema di ciascun decreto legislativo è successivamente trasmesso alle Camere per l’espressione dei pareri delle commissioni parlamentari competenti per materia e per i profili finanziari e della commissione parlamentare per la semplificazione, che si pronunciano nel termine di sessanta giorni dalla data di trasmissione, decorso il quale il decreto legislativo può essere comunque adottato. Se il termine previsto per il parere cade nei trenta giorni che precedono la scadenza del termine previsto al comma 1 o successivamente, la scadenza medesima è prorogata di novanta giorni. Il Governo, qualora non intenda conformarsi ai pareri parlamentari, trasmette nuovamente i testi alle Camere con le sue osservazioni e con eventuali modificazioni, corredate dei necessari elementi integrativi di informazione e motivazione. Le commissioni competenti per materia possono esprimersi sulle osservazioni del Governo entro il termine di dieci giorni dalla data della nuova trasmissione.

Decorso tale termine, i decreti possono comunque essere adottati.

3. Entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore di ciascuno dei decreti legislativi di cui al comma 1, il Governo può adottare, nel rispetto dei principi e criteri direttivi e della procedura di cui al presente articolo, uno o più decreti legislativi recanti disposizioni integrative e correttive.».

– Legge 7 agosto 1990, n. 241 (Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi), è pubblicata nella Gazzetta Ufficiale il 18 agosto 1990, n. 192.  – Si riporta il testo dell’art. 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 (Definizione ed ampliamento delle attribuzioni della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano ed unificazione, per le materie ed i compiti di interesse comune delle regioni, delle province e dei comuni, con la Conferenza Stato-città ed autonomie locali):

«Art. 8 (Conferenza Stato-città ed autonomie locali e Conferenza unificata). – 1. La Conferenza Stato-città ed autonomie locali è unificata per le materie ed i compiti di interesse comune delle regioni, delle province, dei comuni e delle comunità montane, con la Conferenza Stato-regioni.

2. La Conferenza Stato-città ed autonomie locali è presieduta dal Presidente del Consiglio dei ministri o, per sua delega, dal Ministro dell’interno o dal Ministro per gli affari regionali nella materia di rispettiva competenza; ne fanno parte altresì il Ministro del tesoro e del bilancio e della programmazione economica, il Ministro delle finanze, il Ministro dei lavori pubblici, il Ministro della sanità, il presidente dell’Associazione nazionale dei comuni d’Italia – ANCI, il presidente dell’Unione province d’Italia – UPI ed il presidente dell’Unione nazionale comuni, comunità ed enti montani – UNCEM. Ne fanno parte inoltre quattordici sindaci designati dall’ANCI e sei presidenti di provincia designati dall’UPI.

Dei quattordici sindaci designati dall’ANCI cinque rappresentano le città individuate dall’art. 17 della legge 8 giugno 1990, n. 142. Alle riunioni possono essere invitati altri membri del Governo, nonché rappresentanti di amministrazioni statali, locali o di enti pubblici.

3. La Conferenza Stato-città ed autonomie locali è convocata almeno ogni tre mesi, e comunque in tutti i casi il presidente ne ravvisi la necessità o qualora ne faccia richiesta il presidente dell’ANCI, dell’UPI o dell’UNCEM.

4. La Conferenza unificata di cui al comma 1 è convocata dal Presidente del Consiglio dei ministri. Le sedute sono presiedute dal Presidente del Consiglio dei ministri o, su sua delega, dal Ministro per gli affari regionali o, se tale incarico non è conferito, dal Ministro dell’interno.».

Note all’art. 1:

– Per l’art. 5 della legge 7 agosto 2015, n. 124, vedasi nelle note alle premesse.

Art. 2

Informazione di cittadini e imprese

1. Le amministrazioni statali, con decreto del Ministro competente, di concerto con il Ministro delegato per la semplificazione e la pubblica amministrazione, sentita la Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, adottano moduli unificati e standardizzati che definiscono esaustivamente, per tipologia di procedimento, i contenuti tipici e la relativa organizzazione dei dati delle istanze, delle segnalazioni e delle comunicazioni di cui ai decreti da adottare ai sensi dell’articolo 5 della legge n. 124 del 2015, nonché della documentazione da allegare. I suddetti moduli prevedono, tra l’altro, la possibilità del privato di indicare l’eventuale domicilio digitale per le comunicazioni con l’amministrazione. Per la presentazione di istanze, segnalazioni o comunicazioni alle amministrazioni regionali o locali, con riferimento all’edilizia e all’avvio di attività produttive, i suddetti moduli sono adottati, in attuazione del principio di leale collaborazione, in sede di Conferenza unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo n. 281 del 1997, con accordi ai sensi dell’articolo 9 dello stesso decreto legislativo o con intese ai sensi della legge 5 giugno 2003, n. 131, tenendo conto delle specifiche normative regionali.

2. Fermi restando gli obblighi di cui al decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33, le pubbliche amministrazioni destinatarie delle istanze, segnalazioni e comunicazioni pubblicano sul proprio sito istituzionale i moduli di cui al comma 1. In relazione alla tipologia del procedimento, nei casi in cui la documentazione debba essere individuata dall’amministrazione procedente ovvero fino all’adozione dei moduli di cui al comma 1, le medesime pubbliche amministrazioni pubblicano sul proprio sito istituzionale l’elenco degli stati, qualità personali e fatti oggetto di dichiarazione sostitutiva, di certificazione o di atto di notorietà, nonché delle attestazioni e asseverazioni dei tecnici abilitati o delle dichiarazioni di conformità dell’agenzia delle imprese, necessari a corredo della segnalazione, indicando le norme che ne prevedono la produzione.

3. Fermi restando i rimedi previsti dal decreto legislativo n. 33 del 2013, qualora gli enti locali non provvedano alla pubblicazione dei documenti di cui al presente articolo, le regioni, anche su segnalazione del cittadino, assegnano agli enti interessati un congruo termine per provvedere, decorso inutilmente il quale adottano le misure sostitutive, nel rispetto della disciplina statale e regionale applicabile nella relativa materia. In caso di inadempienza della regione si provvede in via sostitutiva ai sensi dell’articolo 8 della legge n. 131 del 2003.

4. L’amministrazione può chiedere all’interessato informazioni o documenti solo in caso di mancata corrispondenza del contenuto dell’istanza, segnalazione o comunicazione e dei relativi allegati a quanto indicato nel comma 2. È vietata ogni richiesta di informazioni o documenti ulteriori rispetto a quelli indicati ai sensi del comma 2, nonché di documenti in possesso di una pubblica amministrazione.

5. Ferme restando le sanzioni previste dal decreto legislativo n. 33 del 2013, la mancata pubblicazione delle informazioni e dei documenti di cui al presente articolo e la richiesta di integrazioni documentali non corrispondenti alle informazioni e ai documenti pubblicati costituiscono illecito disciplinare punibile con la sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da tre giorni a sei mesi.

Note all’art. 2:

– Per l’art. 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997,  n. 281, vedasi nelle note alle premesse.

– Per l’art. 5 della legge 7 agosto 2015, n. 124,  vedasi nelle note alle premesse.

– Si riporta il testo dell’art. 9 del citato decreto  legislativo 28 agosto 1997, n. 281:

«Art. 9 (Funzioni). – 1. La Conferenza unificata assume  deliberazioni, promuove e sancisce intese ed accordi,  esprime pareri, designa rappresentanti in relazione alle  materie ed ai compiti di interesse comune alle regioni,  alle province, ai comuni e alle comunità montane.

2. La Conferenza unificata è comunque competente in  tutti i casi in cui regioni, province, comuni e comunità  montane ovvero la Conferenza Stato-regioni e la Conferenza  Stato-città ed autonomie locali debbano esprimersi su un  medesimo oggetto. In particolare la Conferenza unificata:

a) esprime parere:

1) sul disegno di legge finanziaria e sui disegni  di legge collegati;

2) sul documento di programmazione economica e  finanziaria;

3) sugli schemi di decreto legislativo adottati in  base all’art. 1 della legge 15 marzo 1997, n. 59;

b) promuove e sancisce intese tra Governo, regioni,  province, comuni e comunità montane. Nel caso di mancata  intesa o di urgenza si applicano le disposizioni di cui  all’art. 3, commi 3 e 4;

c) promuove e sancisce accordi tra Governo, regioni,  province, comuni e comunità montane, al fine di coordinare  l’esercizio delle rispettive competenze e svolgere in  collaborazione attività di interesse comune;

d) acquisisce le designazioni dei rappresentanti  delle autonomie locali indicati, rispettivamente, dai  presidenti delle regioni e province autonome di Trento e di  Bolzano, dall’ANCI, dall’UPI e dall’UNCEM nei casi previsti  dalla legge;

e) assicura lo scambio di dati e informazioni tra  Governo, regioni, province, comuni e comunità montane nei  casi di sua competenza, anche attraverso l’approvazione di  protocolli di intesa tra le amministrazioni centrali e  locali secondo le modalità di cui all’art. 6;

f) è consultata sulle linee generali delle politiche  del personale pubblico e sui processi di riorganizzazione e  mobilità del personale connessi al conferimento di  funzioni e compiti alle regioni ed agli enti locali;

g) esprime gli indirizzi per l’attività dell’Agenzia  per i servizi sanitari regionali.

3. Il Presidente del Consiglio dei ministri può  sottoporre alla Conferenza unificata, anche su richiesta  delle autonomie regionali e locali, ogni altro oggetto di  preminente interesse comune delle regioni, delle province,  dei comuni e delle comunità montane.

4. Ferma restando la necessità dell’assenso del  Governo per l’adozione delle deliberazioni di competenza  della Conferenza unificata, l’assenso delle regioni, delle  province, dei comuni e delle comunità montane è assunto  con il consenso distinto dei membri dei due gruppi delle  autonomie che compongono, rispettivamente, la Conferenza  Stato-regioni e la Conferenza Stato-città ed autonomie  locali. L’assenso è espresso di regola all’unanimità dei  membri dei due predetti gruppi. Ove questa non sia  raggiunta l’assenso è espresso dalla maggioranza dei  rappresentanti di ciascuno dei due gruppi.

5. La Conferenza Stato-città ed autonomie locali ha  compiti di:

a) coordinamento nei rapporti tra lo Stato e le  autonomie locali;

b) studio, informazione e confronto nelle  problematiche connesse agli indirizzi di politica generale  che possono incidere sulle funzioni proprie o delegate di  province e comuni e comunità montane.

6. La Conferenza Stato-città ed autonomie locali, in  particolare, è sede di discussione ed esame:

a) dei problemi relativi all’ordinamento ed al  funzionamento degli enti locali, compresi gli aspetti  relativi alle politiche finanziarie e di bilancio, alle  risorse umane e strumentali, nonché delle iniziative  legislative e degli atti generali di governo a ciò  attinenti;

b) dei problemi relativi alle attività di gestione  ed erogazione dei servizi pubblici;

c) di ogni altro problema connesso con gli scopi di  cui al presente comma che venga sottoposto, anche su  richiesta del Presidente dell’ANCI, dell’UPI e dell’UNCEM,  al parere della Conferenza dal Presidente del Consiglio dei  ministri o dal Presidente delegato.

7. La Conferenza Stato-città ed autonomie locali ha  inoltre il compito di favorire:

a) l’informazione e le iniziative per il  miglioramento dell’efficienza dei servizi pubblici locali;

b) la promozione di accordi o contratti di programma  ai sensi dell’art. 12 della legge 23 dicembre 1992, n. 498;

c) le attività relative alla organizzazione di  manifestazioni che coinvolgono più comuni o province da  celebrare in ambito nazionale.».

– La legge 5 giugno 2003, n. 131 (Disposizioni per  l’adeguamento dell’ordinamento della Repubblica alla Legge  costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3), è pubblicata nella  Gazzetta Ufficiale 10 giugno 2003, n. 132.

– Il decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 (Riordino  della disciplina riguardante il diritto di accesso civico e  gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di  informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni), è  pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 5 aprile 2013, n.  80.

Art. 3

Modifiche alla legge 7 agosto 1990, n. 241

1. Alla legge 7 agosto 1990, n. 241, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) dopo l’articolo 18 è inserito il seguente:   «Art. 18-bis (Presentazione di istanze, segnalazioni o comunicazioni). – 1. Dell’avvenuta presentazione di istanze, segnalazioni o comunicazioni è rilasciata immediatamente, anche in via telematica, una ricevuta, che attesta l’avvenuta presentazione dell’istanza, della segnalazione e della comunicazione e indica i termini entro i quali l’amministrazione è tenuta, ove previsto, a rispondere, ovvero entro i quali il silenzio dell’amministrazione equivale ad accoglimento dell’istanza. Se la ricevuta contiene le informazioni di cui all’articolo 8, essa costituisce comunicazione di avvio del procedimento ai sensi dell’articolo 7. La data di protocollazione dell’istanza, segnalazione o comunicazione non può comunque essere diversa da quella di effettiva presentazione. Le istanze, segnalazioni o comunicazioni producono effetti anche in caso di mancato rilascio della ricevuta, ferma restando la responsabilità del soggetto competente.

2. Nel caso di istanza, segnalazione o comunicazione presentate ad un ufficio diverso da quello competente, i termini di cui agli articoli 19, comma 3, e 20, comma 1, decorrono dal ricevimento dell’istanza, segnalazione o della comunicazione da parte dell’ufficio competente.»;

b) all’articolo 19,   1) al comma 2, dopo le parole «può essere iniziata» sono inserite le seguenti: «, anche nei casi di cui all’articolo 19-bis, comma 2,»;

2) al comma 3,   a) le parole «, disponendo la sospensione dell’attività intrapresa e» sono soppresse;

b) la parole «stesse» è sostituita dalle seguenti: «da parte del privato»;

c) è aggiunto in fine il seguente periodo: «Con lo stesso atto motivato, in presenza di attestazioni non veritiere o di pericolo per la tutela dell’interesse pubblico in materia di ambiente, paesaggio, beni culturali, salute, sicurezza pubblica o difesa nazionale, l’amministrazione dispone la sospensione dell’attività intrapresa.

L’atto motivato interrompe il termine di cui al primo periodo, che ricomincia a decorrere dalla data in cui il privato comunica l’adozione delle suddette misure. In assenza di ulteriori provvedimenti, decorso lo stesso termine, cessano gli effetti della sospensione eventualmente adottata.»;

c) dopo l’articolo 19 è inserito il seguente:   «Art. 19-bis (Concentrazione dei regimi amministrativi). – 1. Sul sito istituzionale di ciascuna amministrazione è indicato lo sportello unico, di regola telematico, al quale presentare la SCIA, anche in caso di procedimenti connessi di competenza di altre amministrazioni ovvero di diverse articolazioni interne dell’amministrazione ricevente. Possono essere istituite più sedi di tale sportello, al solo scopo di garantire la pluralità dei punti di accesso sul territorio.

2. Se per lo svolgimento di un’attività soggetta a SCIA sono necessarie altre SCIA, comunicazioni, attestazioni, asseverazioni e notifiche, l’interessato presenta un’unica SCIA allo sportello di cui al comma 1. L’amministrazione che riceve la SCIA la trasmette immediatamente alle altre amministrazioni interessate al fine di consentire, per quanto di loro competenza, il controllo sulla sussistenza dei requisiti e dei presupposti per lo svolgimento dell’attività e la presentazione, almeno cinque giorni prima della scadenza dei termini di cui all’articolo 19, commi 3 e 6-bis, di eventuali proposte motivate per l’adozione dei provvedimenti ivi previsti.

3. Nel caso in cui l’attività oggetto di SCIA è condizionata all’acquisizione di atti di assenso comunque denominati o pareri di altri uffici e amministrazioni, ovvero all’esecuzione di verifiche preventive, l’interessato presenta allo sportello di cui al comma 1 la relativa istanza, a seguito della quale è rilasciata ricevuta ai sensi dell’articolo 18-bis. In tali casi, il termine per la convocazione della conferenza di cui all’articolo 14 decorre dalla data di presentazione dell’istanza e l’inizio dell’attività resta subordinato al rilascio degli atti medesimi, di cui lo sportello da’ comunicazione all’interessato.»;

d) all’articolo 20, comma 1, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Tali termini decorrono dalla data di ricevimento della domanda del privato.»;

e) all’articolo 21, dopo il comma 2-bis è aggiunto il seguente:

«2-ter. La decorrenza del termine previsto dall’articolo 19, comma 3, e la formazione del silenzio assenso ai sensi dell’articolo 20 non escludono la responsabilità del dipendente che non abbia agito tempestivamente nel caso in cui la segnalazione certificata o l’istanza del privato non fosse conforme alle norme vigenti.»;

f) all’articolo 29, comma 2-ter, dopo la parola «concernenti» sono inserite le seguenti: «la presentazione di istanze, segnalazioni e comunicazioni,».

Note all’art. 3:

– Si riporta il testo degli articoli 19, 20, 21 e 29  della legge 7 agosto 1990, n. 241, come modificati dalla  presente legge:

«Art. 19 (Segnalazione certificata di inizio attività  – SCIA). – 1. Ogni atto di autorizzazione, licenza,  concessione non costitutiva, permesso o nulla osta comunque  denominato, comprese le domande per le iscrizioni in albi o  ruoli richieste per l’esercizio di attività  imprenditoriale, commerciale o artigianale il cui rilascio  dipenda esclusivamente dall’accertamento di requisiti e  presupposti richiesti dalla legge o da atti amministrativi  a contenuto generale, e non sia previsto alcun limite o  contingente complessivo o specifici strumenti di  programmazione settoriale per il rilascio degli atti  stessi, è sostituito da una segnalazione dell’interessato,  con la sola esclusione dei casi in cui sussistano vincoli  ambientali, paesaggistici o culturali e degli atti  rilasciati dalle amministrazioni preposte alla difesa  nazionale, alla pubblica sicurezza, all’immigrazione,  all’asilo, alla cittadinanza, all’amministrazione della  giustizia, all’amministrazione delle finanze, ivi compresi  gli atti concernenti le reti di acquisizione del gettito,  anche derivante dal gioco, nonché di quelli previsti dalla  normativa per le costruzioni in zone sismiche e di quelli  imposti dalla normativa comunitaria. La segnalazione è  corredata dalle dichiarazioni sostitutive di certificazioni  e dell’atto di notorietà per quanto riguarda tutti gli  stati, le qualità personali e i fatti previsti negli  articoli 46 e 47 del testo unico di cui al decreto del  Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445,  nonché, ove espressamente previsto dalla normativa  vigente, dalle attestazioni e asseverazioni di tecnici  abilitati, ovvero dalle dichiarazioni di conformità da  parte dell’Agenzia delle imprese di cui all’art. 38, comma  4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito,  con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133,  relative alla sussistenza dei requisiti e dei presupposti  di cui al primo periodo; tali attestazioni e asseverazioni  sono corredate dagli elaborati tecnici necessari per  consentire le verifiche di competenza dell’amministrazione.  Nei casi in cui la normativa vigente prevede l’acquisizione  di atti o pareri di organi o enti appositi, ovvero  l’esecuzione di verifiche preventive, essi sono comunque  sostituiti dalle autocertificazioni, attestazioni e  asseverazioni o certificazioni di cui al presente comma,  salve le verifiche successive degli organi e delle  amministrazioni competenti. La segnalazione, corredata  delle dichiarazioni, attestazioni e asseverazioni nonché  dei relativi elaborati tecnici, può essere presentata  mediante posta raccomandata con avviso di ricevimento, ad  eccezione dei procedimenti per cui è previsto l’utilizzo  esclusivo della modalità telematica; in tal caso la  segnalazione si considera presentata al momento della  ricezione da parte dell’amministrazione.

2. L’attività oggetto della segnalazione può essere  iniziata, anche nei casi di cui all’art. 19-bis, comma 2,  dalla data della presentazione della segnalazione  all’amministrazione competente.

3. L’amministrazione competente, in caso di accertata  carenza dei requisiti e dei presupposti di cui al comma 1,  nel termine di sessanta giorni dal ricevimento della  segnalazione di cui al medesimo comma, adotta motivati  provvedimenti di divieto di prosecuzione dell’attività e  di rimozione degli eventuali effetti dannosi di essa.  Qualora sia possibile conformare l’attività intrapresa e i  suoi effetti alla normativa vigente, l’amministrazione  competente, con atto motivato, invita il privato a  provvedere, prescrivendo le misure necessarie con la  fissazione di un termine non inferiore a trenta giorni per  l’adozione di queste ultime. In difetto di adozione delle  misure da parte del privato, decorso il suddetto termine  l’attività si intende vietata. Con lo stesso atto  motivato, in presenza di attestazioni non veritiere o di  pericolo per la tutela dell’interesse pubblico in materia  di ambiente, paesaggio, beni culturali, salute, sicurezza  pubblica o difesa nazionale, l’amministrazione dispone la  sospensione dell’attività intrapresa. L’atto motivato  interrompe il termine di cui al primo periodo, che  ricomincia a decorrere dalla data in cui il privato  comunica l’adozione delle suddette misure. In assenza di  ulteriori provvedimenti, decorso lo stesso termine, cessano  gli effetti della sospensione eventualmente adottata.

4. Decorso il termine per l’adozione dei provvedimenti  di cui al comma 3, primo periodo, ovvero di cui al comma  6-bis, l’amministrazione competente adotta comunque i  provvedimenti previsti dal medesimo comma 3 in presenza  delle condizioni previste dall’art. 21-nonies.

4-bis. Il presente articolo non si applica alle  attività economiche a prevalente carattere finanziario,  ivi comprese quelle regolate dal testo unico delle leggi in  materia bancaria e creditizia di cui al decreto legislativo  1° settembre 1993, n. 385, e dal testo unico in materia di  intermediazione finanziaria di cui al decreto legislativo  24 febbraio 1998, n. 58.  5.

6. Ove il fatto non costituisca più grave reato,  chiunque, nelle dichiarazioni o attestazioni o  asseverazioni che corredano la segnalazione di inizio  attività, dichiara o attesta falsamente l’esistenza dei  requisiti o dei presupposti di cui al comma 1 è punito con  la reclusione da uno a tre anni.

6-bis. Nei casi di SCIA in materia edilizia, il termine  di sessanta giorni di cui al primo periodo del comma 3 è  ridotto a trenta giorni. Fatta salva l’applicazione delle  disposizioni di cui al comma 4 e al comma 6, restano  altresì ferme le disposizioni relative alla vigilanza  sull’attività urbanistico-edilizia, alle responsabilità e  alle sanzioni previste dal decreto del Presidente della  Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, e dalle leggi regionali.

6-ter. La segnalazione certificata di inizio attività,  la denuncia e la dichiarazione di inizio attività non  costituiscono provvedimenti taciti direttamente  impugnabili. Gli interessati possono sollecitare  l’esercizio delle verifiche spettanti all’amministrazione  e, in caso di inerzia, esperire esclusivamente l’azione di  cui all’art. 31, commi 1, 2 e 3 del decreto legislativo 2  luglio 2010, n. 104.».

«Art. 20 (Silenzio assenso). – 1. Fatta salva  l’applicazione dell’art. 19, nei procedimenti ad istanza di  parte per il rilascio di provvedimenti amministrativi il  silenzio dell’amministrazione competente equivale a  provvedimento di accoglimento della domanda, senza  necessità di ulteriori istanze o diffide, se la medesima  amministrazione non comunica all’interessato, nel termine  di cui all’art. 2, commi 2 o 3, il provvedimento di  diniego, ovvero non procede ai sensi del comma 2. Tali  termini decorrono dalla data di ricevimento della domanda  del privato.

2. L’amministrazione competente può indire, entro  trenta giorni dalla presentazione dell’istanza di cui al  comma 1, una conferenza di servizi ai sensi del capo IV,  anche tenendo conto delle situazioni giuridiche soggettive  dei controinteressati.

3. Nei casi in cui il silenzio dell’amministrazione  equivale ad accoglimento della domanda, l’amministrazione  competente può assumere determinazioni in via di  autotutela, ai sensi degli articoli 21-quinquies 21-nonies.

4. Le disposizioni del presente articolo non si  applicano agli atti e procedimenti riguardanti il  patrimonio culturale e paesaggistico, l’ambiente, la tutela  dal rischio idrogeologico, la difesa nazionale, la pubblica  sicurezza, l’immigrazione, l’asilo e la cittadinanza, la  salute e la pubblica incolumità, ai casi in cui la  normativa comunitaria impone l’adozione di provvedimenti  amministrativi formali, ai casi in cui la legge qualifica  il silenzio dell’amministrazione come rigetto dell’istanza,  nonché agli atti e procedimenti individuati con uno o più  decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, su  proposta del Ministro per la funzione pubblica, di concerto  con i Ministri competenti.

5. Si applicano gli articoli 2, comma 7, e 10-bis.

5-bis.».

«Art. 21 (Disposizioni sanzionatorie). – 1. Con la  segnalazione o con la domanda di cui agli articoli 19 e 20  l’interessato deve dichiarare la sussistenza dei  presupposti e dei requisiti di legge richiesti. In caso di  dichiarazioni mendaci o di false attestazioni non è  ammessa la conformazione dell’attività e dei suoi effetti  a legge o la sanatoria prevista dagli articoli medesimi ed  il dichiarante è punito con la sanzione prevista dell’art.  483 del codice penale, salvo che il fatto costituisca più  grave reato.

2.

2-bis. Restano ferme le attribuzioni di vigilanza,  prevenzione e controllo su attività soggette ad atti di  assenso da parte di pubbliche amministrazioni previste da  leggi vigenti, anche se è stato dato inizio all’attività  ai sensi degli articoli 19 e 20.

2-ter. La decorrenza del termine previsto dall’art. 19,  comma 3, e la formazione del silenzio assenso ai sensi  dell’art. 20 non escludono la responsabilità del  dipendente che non abbia agito tempestivamente nel caso in  cui la segnalazione certificata o l’istanza del privato non  fosse conforme alle norme vigenti.».

«Art. 29 (Ambito di applicazione della legge). – 1. Le  disposizioni della presente legge si applicano alle  amministrazioni statali e agli enti pubblici nazionali. Le  disposizioni della presente legge si applicano, altresì,  alle società con totale o prevalente capitale pubblico,  limitatamente all’esercizio delle funzioni amministrative.  Le disposizioni di cui agli articoli 2-bis, 11, 15 e 25,  commi 5, 5-bis e 6, nonché quelle del capo IV-bis si  applicano a tutte le amministrazioni pubbliche.

2. Le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle  rispettive competenze, regolano le materie disciplinate  dalla presente legge nel rispetto del sistema  costituzionale e delle garanzie del cittadino nei riguardi  dell’azione amministrativa, così come definite dai  principi stabiliti dalla presente legge.

2-bis. Attengono ai livelli essenziali delle  prestazioni di cui all’art. 117, secondo comma, lettera m),  della Costituzione le disposizioni della presente legge  concernenti gli obblighi per la pubblica amministrazione di  garantire la partecipazione dell’interessato al  procedimento, di individuarne un responsabile, di  concluderlo entro il termine prefissato e di assicurare  l’accesso alla documentazione amministrativa, nonché  quelle relative alla durata massima dei procedimenti.

2-ter. Attengono altresì ai livelli essenziali delle  prestazioni di cui all’art. 117, secondo comma, lettera m),  della Costituzione le disposizioni della presente legge  concernenti la presentazione di istanze, segnalazioni e  comunicazioni, la dichiarazione di inizio attività e il  silenzio assenso e la conferenza di servizi, salva la  possibilità di individuare, con intese in sede di  Conferenza unificata di cui all’art. 8 del decreto  legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e successive  modificazioni, casi ulteriori in cui tali disposizioni non  si applicano.

2-quater. Le regioni e gli enti locali, nel  disciplinare i procedimenti amministrativi di loro  competenza, non possono stabilire garanzie inferiori a  quelle assicurate ai privati dalle disposizioni attinenti  ai livelli essenziali delle prestazioni di cui ai commi

2-bis e 2-ter, ma possono prevedere livelli ulteriori di  tutela.

2-quinquies. Le regioni a statuto speciale e le  province autonome di Trento e di Bolzano adeguano la  propria legislazione alle disposizioni del presente  articolo, secondo i rispettivi statuti e le relative norme  di attuazione.».

Art. 4

Disposizioni transitorie e di attuazione

1. Ai sensi dell’articolo 29 della legge n. 241 del 1990, le regioni e gli enti locali si adeguano alle disposizioni di cui agli articoli 18-bis, 19 e 19-bis della stessa legge n. 241 del 1990, come introdotti o modificati dall’articolo 3, entro il 1° gennaio 2017.

Il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della Repubblica italiana. È fatto obbligo a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.

Dato a Roma, addi’ 30 giugno 2016

MATTARELLA

Renzi, Presidente del Consiglio dei  ministri

Madia, Ministro per la  semplificazione e la pubblica  amministrazione

Visto, il Guardasigilli: Orlando

Note all’art. 4:

– Il testo dell’art. 29 della citata legge n. 241 del  1990 è riportato nelle note all’art. 3.

– Per il testo dell’art. 19 della citata legge n. 241  del 1990, vedasi nelle note all’art. 3.

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