Sentenza della Corte di Cassazione n. 43807/2014 del 02.10.2014 “I verbali degli ispettori del lavoro non costituiscono mera informativa di reato, sono atti non ripetibili compiuti dalla polizia giudiziaria, ai sensi dell’art. 431, lett. b) c.p.p.; …

Gentili colleghi,

ritenendo di fare cosa gradita nei confronti degli associati e non, lo Staff ILA segnala la Sentenza della Corte di Cassazione n. 43807/2014 del 02.10.2014 “I verbali degli ispettori del lavoro non costituiscono mera informativa di reato, sono atti non ripetibili compiuti dalla polizia giudiziaria, ai sensi dell’art. 431, lett. b) c.p.p.; come tali, vanno inseriti nel fascicolo per il dibattimento e ne va data lettura a richiesta di parte o su iniziativa del giudice, essendo utilizzabili come fonti di prova.”<

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Sentenza n. 43807/2014 del 02.10.2014 della Corte di Cassazione<

Sentenza della Corte di Cassazione n. 43807/2014 del 02.10.2014 “I verbali degli ispettori del lavoro non costituiscono mera informativa di reato, sono atti non ripetibili compiuti dalla polizia giudiziaria, ai sensi dell’art. 431, lett. b) c.p.p.; come tali, vanno inseriti nel fascicolo per il dibattimento e ne va data lettura a richiesta di parte o su iniziativa del giudice, essendo utilizzabili come fonti di prova.”<

Penale Sent. Sez. 3 Num. 43807 Anno 2014 Presidente: MANNINO SAVERIO FELICE Relatore: ORILIA LORENZO Data Udienza: 02/10/2014<

SENTENZA<

sul ricorso proposto da:

XXXXXXX XXXXXXXXX N. IL 22/02/1963

avverso la sentenza n. 507/2012 TRIBUNALE di UDINE, del 04/12/2013

visti gli atti, la sentenza e il ricorso

udita in PUBBLICA UDIENZA del 02/10/2014 la relazione fatta dal

Consigliere Dott. LORENZO ORILIA

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Vito D’Ambrosio

che ha concluso per il rigetto

Udito, per la parte civile, l’Avv

Uditi difensor Avv.

RITENUTO IN FATTO

1. Il Tribunale di Udine con sentenza 4.12.2013 ha condannato Xxxxxxx xxxxxxxxx alla pena di C. 1.200 di ammenda, ritenendolo colpevole della contravvenzione di cui all’art. 14 comma 1 del D. Lvo n. 66/03 per avere occupato, quale presidente di un circolo privato in Pozzuolo del Friuli (denominato “Xxxx xxxx xxxxxxx”) una lavoratrice notturna in assenza di preventiva visita medica di idoneità. Per giungere a tale conclusione il Tribunale ha considerato la documentazione trasmessa dal pubblico ministero e, in particolare il verbale contenente le dichiarazioni rese agli Ispettori del Lavoro dalla lavoratrice Yyyyyyyy yyyyyyy la sera stessa dell’ispezione nel locale nonché le affermazioni dell’imputato.

2. Il difensore ricorre per cassazione denunziando, ai sensi dell’art. 606 comma 1 lett. c) e lett. e) cpp la violazione di norme processuali (artt. 512 e 512 bis cpp) e il vizio di motivazione, dolendosi innanzitutto del fatto che il giudice ha utilizzato le dichiarazioni rese durante le indagini preliminari da una teste (la Yyyyyyyyy yyyyyyyy) mai sentita in dibattimento e in assenza delle condizioni di cui agli artt. 512 e 512 bis cpp perché la donna risultava residente ancora in Italia.

Denunzia inoltre il vizio di motivazione perché la teste Sssssssss in dibattimento aveva dichiarato che nel circolo non esistevano né orari, né dipendenti né stipendi e che la somma di C. 500,00 veniva data alla yyyyyyyyy a titolo di donazione da un socio e non come retribuzione; infine, ad avviso del ricorrente, manca la prova che la yyyyyyyyy svolgesse un lavoro con orario predeterminato e seguisse le direttive del Xxxxxxx, presidente del club.

CONSIDERATO IN DIRITTO

Il ricorso è infondato.

Il verbale dell’ispettore del lavoro non costituisce mera informativa di reato ai sensi dell’art. 347 cod. proc. pen., poiché contiene l’accertamento o la descrizione di una situazione di fatto suscettibile di modifica nel tempo, per effetto di comportamenti umani o di eventi naturali. Esso va, pertanto, annoverato tra gli atti non ripetibili compiuti dalla polizia giudiziaria (art. 431, lett. b) cod. proc. pen.); come tale, va inserito nel fascicolo per il dibattimento e ne va data lettura a richiesta di parte o su iniziativa del giudice (art. 511, primo comma cod. proc. pen.), essendo utilizzabile come fonte di prova (cfr. Sez. 3, Sentenza n. 7083 del 26/04/1994 Ud. dep. 16/06/1994 Rv. 199004).

In ogni caso dalla sentenza impugnata risulta che la colpevolezza dell’imputato è stata affermata non esclusivamente sulla base delle dichiarazioni fatte all’ispettore del lavoro in occasione del controllo dalla Xxxxxxxx (dichiarata irreperibile all’udienza 25.3.2013 senza peraltro alcuna opposizione del difensore), ma anche sulla scorta delle affermazioni dello stesso imputato nella parte in cui “ha ammesso che la ragazza in questione riceveva periodicamente una somma di danaro”, mentre invece sono state ritenute prive di riscontro probatorio le ulteriori precisazioni (e cioè che si trattava di un contributo versato per conto di un socio ammiratore della ragazza che non voleva figurare direttamente).

Ciò esclude quindi qualunque violazione del principio di cui all’art. 526 cpp e di quelli contenuti nell’art. 6 della CEDU come interpretati dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (nel senso che può astrattamente concepirsi una deroga al principio della formazione della prova in contraddittorio purché, naturalmente, la condanna non si sia basata esclusivamente sulle dichiarazioni rese in fase anteriore al dibattimento su cui non si è avuto modo di replicare: cfr. tra le varie, sentenza del 03 dicembre 2013 nr. 35842/2005, Vararu c/Romania).

Pertanto, non merita censura la sentenza che, con riferimento alla posizione della Xxxxxxxx, ha desunto l’esistenza di un rapporto di lavoro subordinato sulla scorta delle dichiarazioni rese a verbale dalla donna, e sulle dichiarazioni dell’imputato.

P.Q.M.

rigetta il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali.

Così deciso in Roma, il 2.10.2014.

Sentenza n. 43807/2014 del 02.10.2014 della Corte di Cassazione<

 

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Sentenza n. 47064/2017 del 21.09.2017 della Corte di Cassazione Il reato di indebita percezione di erogazioni pubbliche, di cui all’art. 316-ter cod. pen., differisce da quello di truffa aggravata ai sensi dell’art. 640, secondo comma, n. 1, cod. pen.<

Sentenza n. 36066/2017 del 11.04.2017 della Corte di Cassazione Sulla responsabilità e obblighi delle ditte affidatarie e subappaltanti, artt. 96, 97, 26 del D. Lgs. n. 81/2008<

Sentenza n. 1856/2013 del 11.12.2012 della Corte di Cassazione “Condannato medico competente poco collaborativo nella valutazione dei rischi”<

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Sentenza n. 23171/2016 del 09/02/2016 della Corte di Cassazione “Cantiere sotto soglia, Committente, Datore di Lavoro Committente, Idoneità tecnico professionale” 1° Parte<

Sentenza n. 45862/2017 del 14.09.2017 della Corte di Cassazione “Coordinatore per non aver verificato la congruenza del POS al PSC.”<

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Sentenza n. 24429/2017 del 05.04.2017 della Corte di Cassazione “No alla tenuità del fatto per pluralità di violazioni in materia di sicurezza dei lavoratori con esposizione dal pericolo di caduta dall’alto”.<

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Sentenza della Corte di Cassazione N. 39882/2017 del 29/08/2017 corretto calcolo dell’omesso versamento all’Inps delle ritenute previdenziali differenze con la nota MLPS n. 9099 del 3 maggio 2016<

Sentenza N. 21053/2017 del 11/09/2017 della Corte dei Cassazione Mancato rispetto anche formale delle norme di prevenzione infortuni comporta la perdita di agevolazioni contributive<<

Sentenza N. 18396/2017 del 15.03.2017 della Corte di Cassazione Mancata formazione e mancata visita medica di un lavoratore autonomo che eserciti mansioni tipiche del lavoratore dipendente con strumenti messi a disposizione dell’imprenditore nel cantiere<<

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Sentenza n. 24803/2016 del 05/12/2016 della Corte di Cassazione “la prova nel licenziamento per giustificato motivo oggettivo”<<<

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Sentenza n. 22489/2016 del 04/Il/2016 della Corte di Cassazione la quale dichiara che non può configurarsi una risoluzione del rapporto per mutuo consenso se il lavoratore nelle more dello svolgimento dell’iter giudiziale trova un’altra occupazione<<<

Sentenza n. 22550/2016 del 07/Il/2016 Legittimo il licenziamento del dipendente pubblico che si sottrae per due volte alla visita medica di idoneità fisica.<<<

Sentenza n. 45394/2016 del 31/03/2016 In caso di procedimento per evasione fiscale legato all’emissione di fatture inesistenti non può essere emessa sentenza di condanna senza consentire all’imputato di ammettere come prova il libro dei beni ammortizzabil<<<

Sentenza n. 23397/2016 del 17/Il/2016 della Corte di Cassazione. Le SEZIONI UNITE DELLA CASSAZIONE hanno deciso che il credito previdenziale di cui alle cartelle non opposte soggiace a termine di 5 anni (e non 10).<<<

Sentenza n. 39023/2016 del 15/03/2016 della Corte di Cassazione. Appalto e infortunio durante i lavori in quota. Se i dipendenti sono stati informati dei rischi, il committente non è responsabile.<<<

Sentenza n. 45198/2016 del 07/04/2016 della Corte di Cassazione dove la Cassazione spiega che se il Datore di lavoro installa telecamere senza autorizzazione anche se le tiene spente è comunque reato.<<<

Sentenza n. 19557/2016 del 30/09/2016 della Corte di Cassazione ai fini dei presupposti applicativi della disciplina in materia di licenziamento non possono essere computati nell’organico i dipendenti delle sedi estere dell’azienda<<<

Sentenza n. 22323/2016 del 03/Il/2015 della Corte di Cassazione con la quale si ritiene discriminatorio con effetti ritorsivi il licenziamento del lavoratore disposto per giustificato motivo oggettivo ritenuto insussistente, allorquando le vere ragioni ..<<<

Sentenza n. 22936/2016 del 10/Il/2016 della Corte di Cassazione “in caso di rapporto part-time verticale annuo, i periodi di riposo vanno riconosciuti ai fini del pieno accredito della contribuzione”.<<<

Sentenza n. 20327/2016 del 10 ottobre 2016 Corte di Cassazione. La responsabilità solidale non è applicabile alle P.A.<<<

Sentenza n. 44927/2016 della Corte di Cassazione Locali Sporchi: l’accertamento degli ispettori ASL può essere anche solo visivo<<<

Sentenza n. 21901/2016 della Corte di Cassazione con la quale è stata ritenuta illegittimo il licenziamento per superamento del periodo di comporto dovuto al trauma derivante da un episodio di rapina verificatosi presso i locali aziendali.<<<

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