Lettera aperta al Ministro Poletti 8.11.2017

Si riporta di seguito la lettera aperta inviata al Ministro Poletti e, per conoscenza, al capo di Gabinetto cons. Luigi Caso, ai vertici dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, dott. Pennesi, dott. Papa e dott. Diana, e alle OO.SS. CGIL, CISL, UIL, FLP, INTESA, USB, CONFSAL-UNSA.


 

Lettera aperta al Ministro del lavoro e delle politiche sociali Giuliano Poletti

 

Onorevole Ministro,

il primo anno di vita dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro volge ormai al termine, l’attuale legislatura si avvia alla sua naturale scadenza con la concomitante approvazione dell’ultima finanziaria: tutte le carte sono state scoperte, il quadro si è ormai delineato e dunque è inevitabile tirare le “somme” di ciò che è stato fatto o meglio non è stato fatto in termini di attuazione della nuova normativa in materia.

L’Associazione ILA (Ispettori del Lavoro Associati) ha da sempre promosso numerose interlocuzioni con l’Amministrazione Centrale al fine di promuovere al meglio il ruolo ispettivo, arrivando a prospettare l’inquadramento nel comparto di pubblica sicurezza o, per scongiurare gli effetti della riforma Madia ed il conseguente confluire “amorfo” nelle strutture degli UTG, l’accorpamento all’INAIL, Ente dotato delle “risorse” sufficienti per una simile operazione.

Sulla scia di un progetto teorizzato da decenni, la scelta politica è tuttavia caduta su una struttura più complessa, specializzata, l’Agenzia Unica delle Ispezioni ed in tal senso ILA si è attivata sin da subito per fornire ogni contributo possibile perché questa scelta risultasse vincente e superasse le difficoltà iniziali, con spirito positivo e propositivo in linea anche con quanto emerso in occasione dell’Assemblea nazionale ILA tenutasi lo scorso primo aprile in Roma.

L’evento è stato preceduto da un attento e accurato lavoro di studio, quale contributo di idee messo a disposizione delle sigle sindacali presenti (CISL, CONFSAL, FEDERAZIONE INTESA, FLP, UGL, UIL), dei vertici dell’Amministrazione e dei colleghi, richiesto ed apprezzato anche da alcune cariche istituzionali. Tutti avevamo preso l’impegno morale di far decollare l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL), ma gli eventi (da ultimi la decurtazione del FUA 2016, l’ipotizzato taglio del FUA 2015 già liquidato e di cui se ne prevede il recupero di una sua parte e, cosa ancor più grave, le mancate progressioni economiche attese ormai da circa dieci anni) hanno indotto le OO.SS. a proclamare lo stato di agitazione e sospendere i tavoli delle trattative già avviati.

Perché siamo arrivati a questo punto?

Nell’arco di tre anni, la Legge Delega 10 dicembre 2014, n. 183 in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell’attività ispettiva sembra abbia subito un vero e proprio snaturamento per il quale la bellissima Agenzia Unica è apparsa non proprio unica, non proprio specializzata, non proprio valorizzata, non proprio utile a lavoratori e imprese sane, insomma non proprio rispondente alle ambiziose aspettative sulle quali era stata scolpita.

Nell’iter di passaggio che dalla Legge Delega ha portato al decreto istitutivo D. Lgs. 14/09/2015, n. 149 (ai successivi decreti attuativi DPCM 23 febbraio 2016< – DPCM 25 marzo 2016< – DPCM 13 aprile 2016, al DPR 26 maggio 2016, n. 109 – Regolamento recante approvazione dello Statuto dell’Ispettorato nazionale del lavoro – GU n.143 del 21-6-2016, ai Protocolli d’intesa con INPS e INAIL ed alla Circolare INL n. 2/2017 del 25 gennaio 2017), l’impianto originario previsto dalla norma sembra abbia perso la sua natura, raccogliendo istanze disomogenee: è stato previsto il ruolo ad esaurimento del personale INPS ed INAIL, sono rimaste invariate le differenze retributive tra il personale ex Ministero del Lavoro e quello degli istituti, è stata mantenuta la vigenza del CCNL Comparto Ministeri poiché di fatto la mancanza di risorse ha bloccato la stipula del contratto integrativo, il trattamento di missione non è stato ancora armonizzato ed è tuttora in disaccordo con la legislazione ormai “vigente”, le banche dati e i sistemi informatico sono ancora distinti, la formazione in alcuni casi è ancora da avviare, gli uffici sono carenti di personale amministrativo di supporto o non coerentemente organizzato nell’ottica della peculiarità del nuovo soggetto giuridico, ed altro ancora.

Eppure la vigilanza in materia di lavoro è attività imprescindibile per uno Stato di diritto che si fonda sul lavoro e che si relaziona, nell’ambito della Comunità Internazionale, con gli altri Stati.

Con L. 02/08/1952, n. 1305 l’Italia ha ratificato la Convenzione Internazionale sull’ispezione del lavoro (Convenzione 81), adottata nella Conferenza Generale dell’ILO (Organizzazione Internazionale del Lavoro) del 19 giugno 1947, che è un organismo internazionale, più precisamente l’Agenzia delle Nazioni Unite, responsabile dell’adozione e dell’attuazione delle norme internazionali del lavoro. La Convenzione 81 delinea già una figura di ispettore del lavoro altamente specializzata ed imprescindibile. Da allora l’Italia ha continuato a ratificare numerose convenzioni internazionali (Convenzione 129, 143) ed in tempi più recenti anche quella sulla giustizia sociale per una globalizzazione giusta, adottata dalla Conferenza Internazionale del Lavoro il 10 giugno 2008, in occasione della sua novantasettesima sessione tenutasi a Ginevra.

Il quadro normativo internazionale ci consegna un’attività ispettiva che è “funzione di diritto pubblico”, altamente specialistica, che richiede una professionalità specifica e che non può essere distolta da altre attività, e sottolinea la necessità di rafforzare il ruolo degli ispettori ed auspica che “le riforme non comportino la riduzione delle risorse umane, finanziarie, materiali, tecniche e infrastrutturali degli organismi di vigilanza” ( cfr. Risoluzione del Parlamento europeo del 14 gennaio 2014 sulle ispezioni sul lavoro efficaci come strategia per migliorare le condizioni di lavoro in Europa (2013/2112(INI)).

Ci chiediamo se, considerata la pregnanza sociale dell’attività ispettiva e le problematiche emerse in questo primo anno di esercizio effettivo della medesima sul territorio, ricomprendente ormai, seppure in parte, le attività di recupero contributivo ed assicurativo, permanga la convinzione che l’INL, concepito con una riforma che prevede il costo zero e nessuna entrata/autonomia impositiva propria, possa rispettare quanto previsto dalla comunità internazionale e quindi possa dare buoni frutti per il paese Italia.

E’ sentire diffuso che, superata la fase di start up, sia necessario uno sforzo in più che superi l’assunto del costo zero, in modo da poter rientrare a pieno titolo nel contesto internazionale ed europeo ed eliminare le appalesate criticità della neonata struttura partendo dalle seguenti ed improcrastinabili azioni:

  1. Destinare risorse economiche per la contrattazione integrativa di Agenzia;
  2. Fornire ad INL le risorse economiche necessarie volte ad una adeguata formazione del personale e a dotarsi di adeguati sistemi informatici;
  3. Adeguare le varie indennità, non solo quelle di missione, al dettato di legge equiparandole a quelle degli Istituti;
  4. Promuovere campagne pubblicitarie volte alla “riconoscibilità” del ruolo sociale del personale ispettivo, al fine di meglio tutelarlo, viste le recenti e continue aggressioni e intimidazioni;
  5. Ripristinare le originarie somme incentivanti, escludendo gli ipotizzati tagli così da permettere, dopo quasi dieci anni, la riapertura dei processi di riqualificazione;
  6. Visto che l’attività ispettiva si regge sulla messa a disposizione del mezzo proprio da parte degli ispettori è necessario trovare le risorse per estendere le coperture assicurative (es. eventi naturali, soccorso stradale, incendi e furto, etc), per consentire di avere l’esenzione IVA per l’acquisto dell’auto e per il pagamento della relativa tassa di proprietà;

Si tratterebbe di somme esigue che produrrebbero un sensibile incremento delle azioni volte al contrasto del sommerso e a vantaggio della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Siamo certi che Lei, il Presidente del Consiglio, il Governo ed il Parlamento tutto non si sottrarranno al dovere morale di rendere operativa ed efficace l’Ispettorato Nazionale del Lavoro che ha l’obiettivo di tutelare la regolarità dei rapporti di lavoro, la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, le imprese sane.

Siamo certi che il Presidente della Repubblica, come spesso ha con forza affermato, non rimarrà insensibile all’adozione di interventi volti alla salvaguardia di una fetta consistente di lavoratori sfruttati, senza tutela assicurativa e contributiva ed ancor peggio senza sicurezza sui luoghi di lavoro mettendo a repentaglio, giorno dopo giorno, la propria vita per la sussistenza sua e della sua famiglia. E’ molto importante che alle parole seguano dei fatti concreti da parte di tutte le istituzioni attuabili in tempi rapidi.

Fiduciosi, confermando la nostra consueta disponibilità alla collaborazione,

porgiamo distinti saluti.

 

Si segnala, con riferimento alla Circolare del 18.03.2004 del Ministero del Lavoro, che le considerazioni contenute nel presente intervento sono frutto esclusivo del pensiero dell’Associazione e non hanno in alcun modo carattere impegnativo per l’Amministrazione alla quale appartengono i suoi iscritti.

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